giovedì 23 agosto 2018

I Sette Figli del Drago - Il manga che ci voleva

"I sette figli del drago" è un volume unico di Ryoko Kui (autrice di Dungeon Food, attualmente in corso di pubblicazione in Italia ma che non sto seguendo) pubblicato quest'anno dalla Jpop e che ho recuperato al momento dell'uscita, su incoraggiamento di Yue Lung, uno dei miei spacciatori di fiducia. In realtà avevo puntato il titolo al suo annuncio, perchè ero in vena di storie fantasy che non fossero infinite, ma essendo una raccolta di racconti, ero indecisa, essendo anche il mio primo approccio con questa autrice. Devo dire però che si è rivelata una lettura soddisfacente e proprio quello che ci voleva per spezzare con le serie che sto seguendo al momento (quando escono...). 
Come suggerisce il titolo, le storie sono sette, ma non tutte contengono riferimenti ai draghi.


Scusate la pessima qualità delle immagini di questo post,
ma mi sono dovuta arrangiare con delle foto ^^"
La prima storia, "La torretta del drago", è una storia fantasy piuttosto tradizionale per ambientazione, ovvero un mondo di stampo medievale. In questo mondo, il regno marino e quello dei monti, in guerra da tempo immemore, sono costretti a una tregua quando un drago decide di fare il nido sulla strada che li collega, impedendo a chiunque il passaggio. Eppure, un mercante del regno marino, alla ricerca di erbe curative, riesce a passare. Il ragazzo decide allora di fare da spola tra i due regni per favorire lo scambio di merci e stabilire un nuovo tipo di contatto, questa volta pacifico, tra le due fazioni. In questo suo tentativo, troverà un'alleata nel regno delle montagne, la figlia di un capo delle guardie che, se prima era diffidente verso questo ragazzo, pian piano cede alla curiosità.
La guerra dovrebbe riprendere una volta che i cuccioli del drago lasceranno il nido ma, proprio quando la tensione è al massimo, l'astio lascia il posto all'amore per il meraviglioso. 
Questo racconto è una fiaba classica che però riesce a raccontarsi in modo innovativo. Non è memorabile, ma scalda il cuore.
In linea di massima, lo stile è caratterizzato da delle linee morbide e le tavole sono pulite ma non troppo scarne.

Il secondo capitolo, "Vietato pescare le sirene", presenta un setting moderno ma alternativo, in quanto è riconosciuta l'esistenza delle sirene che, però, è alla base di un dibattito pubblico sulla natura di queste creature: sono animali o esseri umani?
Il protagonista, uno studente, trova una sirena "all'asciutto" e la trae in salvo, sapendo che queste non possono vivere a lungo fuori dall'acqua. Nei giorni seguenti, però, trova sempre la stessa sirena fuori dall'acqua e la salva ancora e ancora, finchè non capisce che la creatura ha una missione da compiere e decide di aiutarla.
Non mi aspettavo che la storia si concludesse nel modo scelto dall'autrice, ma devo dire che ha offerto spunti di riflessione interessanti circa il rapporto con la diversità. Non viene data una risposta precisa, ma si invita a prendere coscienza dei nostri "confini" per poter comprendere meglio noi stessi e gli altri, al fine di sviluppare un rapporto che possa essere positivo per entrambe le parti. Davvero originale! Penso sia tra i racconti più interessanti della raccolta. E poi la sirena è tenerissima! <3
Penso sia uno dei racconti più "grezzi" dal punto di vista stilistico, soprattutto per le espressioni facciali e la frequente assenza di nasi xD

La cover con tutti i personaggi

Anche "La mia divinità" è ambientato nel nostro mondo e la protagonista è una studentessa delle elementari, molto preoccupata dagli imminenti esami per entrare alle scuole medie. La bambina, durante una passeggiata in preda alle sue ansie, incontra un... dio pesce (?!) che le chiede aiuto e le offre il suo aiuto. Il finale anche qui stravolge una storia che, altrimenti, non avrebbe avuto molti spunti originali. E' una piccola storia di formazione e anche di disillusione, in cui si cerca di fare i conti con fallimenti umani e divini. Il tono è ironico, ma delicato e positivo nonostante l'esito della vicenda. Il tratto è molto simile alla storia precedente. 

Segue la quarta storia, nonchè una delle mie preferite: "I lupi non mentono". Penso sia una one shot che farà felici quelli che hanno apprezzato il film Wolf Children visto che parte da premesse molto simili, ma con differenze sostanziali, visto che l'esistenza di "persone affette dalla sindrome del lupo" è riconosciuta e ci sono veri e propri gruppi di supporto. Come in Wolf Children, però, questa storia si basa sul rapporto madre-figlio. Il racconto, pur partendo da una questione puramente di fantasia, secondo me rappresenta in modo abbastanza realistico e non senza una buona dose di ironia, quelle che sono le difficoltà che possono affrontare delle persone che soffrono per patologie particolari (legate al fisico o alla psiche) e quali possono essere gli attriti che si vengono a creare in famiglia a causa di incomprensioni e insicurezze. L'ho trovata una storia molto sincera e meno "romantica" di Wolf Children e, nonostante i mezzi e i tempi siano molto diversi, penso di averla preferita proprio per il tono con cui ha scelto di raccontare una situazione molto simile (anche se con basi meno tragiche, bisogna dire). 
Adoro l'immagine di apertura di questa storia! *_*

"Byakuroku lo squattrinato" è il titolo della quinta storia, anche questa nella mia top 3.
In questo caso l'ambientazione cambia e ci troviamo nel Giappone del passato.
Byakuroku è un artista dalle doti incredibili, capace di rendere viva ogni opera d'arte dopo averla completata, tanto che decide di disegnare sempre una sola pupilla per evitare che tutto ciò che crea prenda vita e se ne vada a spasso per il mondo. All'inizio della nostra storia, però, l'anziano Byakuroku si trova in grandi difficoltà economiche e solo, visto che ha rotto ogni legame con il figlio. Così, decide di dare vita a una copia della sua opera per farsi dare una mano. L'opera che prende vita è quella di un ragazzo con il suo mal disegnato cavallo e la loro funzione sarà quella di portare l'artista in giro per il Giappone a completare le sue opere per vendere le creature magiche ed esotiche rappresentate. Un piano rischioso, per un vecchietto e un novello Pinocchio d'inchiostro!
Ovviamente le cose non andranno così lisce e Byakuroku, alla fine, pur non avendo ottenuto denaro, riuscirà a riottenere qualcosa di più prezioso grazie all'amore per l'arte.
L'atmosfera di questa storia, grazie anche ai disegni che imitano lo stile tradizionale giapponese, è proprio quella di un racconto classico. E' una storia divertente su un vecchio burbero e sul potere che l'arte ha di riunire le persone, in questo caso proprio letteralmente!

La penultima storia: "Quando i bimbi fanno i bravi, si sente il drago" è anch'essa di ambientazione storica, ma è molto più oscura e avventurosa. Una povera donna, che ha perso il figlio da poco, decide di fare da guida al giovane principe del regno, in viaggio alla ricerca di una scaglia di drago per curare il re, suo padre, da una grave malattia che lo sta uccidendo. La donna, però, nasconde un oscuro segreto.
E' la storia di cui mi è rimasto meno, nonostante il colpo di scena inaspettato. E' stata sempre piacevole da leggere, ma l'ho trovata un po' confusa e priva di quella leggerezza e ironia che caratterizzano le storie precedenti e quella conclusiva, sebbene si chiuda sempre su una nota positiva.



L'ultima storia, "La famiglia Inutani", è la più breve e la più leggera. In questa famiglia, ogni membro ha un potere particolare, ma quello di una delle nostre protagoniste, due gemelle, pare piuttosto inutile: la ragazza è capace di trasformare tutti i vestiti in pigiami! Un ospite fuori dal comune e una serie di equivoci, però, la porteranno a rendere fruttuoso il suo apparentemente inutile potere. La morale è il classico: ogni abilità è utile, bisogna solo trovare il modo di usarla. Grazioso, ma niente di particolarmente originale come idea, se non appunto per los trano potere della ragazzina.

Per concludere: se state cercando una raccolta di racconti valida di genere fantasy, questo volume potrebbe fare al caso vostro. Il prezzo non è neanche proibitivo, essendo 9,90 per un volume cicciotto. L'edizione è graziosa e fa il suo dovere, senza particolari note di merito o demerito. A differenza di altre edizioni JPop, la cover non è "lucida". Qualche pagina a colori avrebbe fatto piacere, visto quanto è ben fatta l'immagine di copertina, ma nel complesso è tutto molto godibile. Vi consiglierei magari di prenderlo in sconto con il 15%, per smussare un po' l'eventuale sovrapprezzo percepito per un'edizione senza pagine a colori o altri extra particolari (se non per il numero di pagine).
Con le raccolte di racconti spesso ho la sensazione di fare letture "mordi e fuggi" che non lasciano sedimentare nulla perchè sono troppo brevi per farsi un'idea precisa dell'autore o dei personaggi, ma devo dire che in questo caso, mi è rimasto un buon ricordo e penso di essermi fatta un'idea dello stile della Kui, di cui cercherò di rimediare altro se possibile. 

Voi avete recuperato questo volumetto? E poi mi farebbe piacere sapere se anche voi avete la mia stessa sensazione con le raccolte di racconti e se ce ne sono alcune che mi consigliate che a voi sono piaciute particolarmente o che vi sono sembrate valide come primo approccio a un autore (scrittore o fumettista che sia). Io in genere le prendo solo quando sono autori che già conosco, giusto per affetto, ma al momento questa e The Wedding Eve stanno cominciando a farmi cambiare idea.

8 commenti:

  1. Questo volume ce l'ho anch'io, lo presi già alla sua uscita facendomelo incasellare, ma tra una cosa e l'altra non l'ho ancora letto XD

    Della stessa autrice avevo provato il primo volume di Dungeon Food (manga che in Giappone ha ricevuto, e credo stia ricevendo ancora, nomination su nomination a vari premi) che però non mi è piaciuto PER NULLA, l'ho trovato noiosissimo.

    Su questo invece ho sentito pareri più positivi ed il tuo commento, per cui ti faccio i complimenti, mi spinge a leggerlo non appena mi ritaglierò un po' di spazio (coff coff cioè mai coff coff).

    Per quanto riguarda le raccolte di racconti condivido le tue sensazioni, infatti non sono un tipo di lettura che prediligo, devo dire però che recentemente Sotto un Cielo di Collant di Shun Umezawa (recensito da una delle mie spacciatrici, ovvero Caroline XD ) mi ha colpito in positivo.

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    1. Grazie per il commento! ;)
      Dungeon Food mi incuriosisce per l'ambientazione fantasy, ma ho parecchie difficoltà con i manga che si concentrano molto sulla cucina, motivo per cui l'ho sempre tenuto poco in considerazione XD
      Ti capisco, con gli arretrati non si finisce mai... Magari potresti leggerne una storia tra una lettura più impegnativa e l'altra! ^^

      Buono a sapersi, mi segno questo titolo! ;)

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  2. In effetti, se ho la possibilità di scegliere come "testare" un autore prediligo sempre le storie lunghe alle storie brevi. Il mio è sicuramente uno sciocco pregiudizio, e per mia stessa esperienza ho scoperto che ci sono autori che si sono rivelati molto più bravi nella forma breve rispetto a quella lunga (vedi ad esempio Inio Asano).
    Per quanto riguarda le storie brevi di autori che già conosco è un altro discorso, anche se RARAMENTE mi è capitato fra le mani un volume come questo della Kui, dove le storie mi sono piaciute TUTTE. Credo sia successo unicamente con le raccolte di Rumiko Takahashi, e pochi altri.

    Comunque Dungeon Food è fichissimo.

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    1. Anche io! O al massimo volumi autoconclusivi ma con una storia unica ^^ Di Asano ho letto proprio due one shots che mi sono piaciute, mentre le sue storie più lunghe mi attirano meno, come Buonanotte PunPun, per esempio.
      Della Takahashi, purtroppo, non ho mai letto nulla,anche se conosco i suoi lavori più famosi attraverso gli anime. Purtroppo con lei o one shots o epopee infinite...

      Su Dungeon Food ci sono pareri parecchio discordanti, a quanto vedo! XD Cercherò di vedere "da quale parte sto" non appena ne avrò l'occasione allora!

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  3. OT: Non amo il fantasy e non mi interessano minimamente le storie a "carattere culinario"... eppure seguo avidamente Dungeon Food, che trovo bellissimo e che mi permetto di consigliarti! :) /OT
    Oltre ai complimenti per la recensione, davvero bella, dettagliata, puntuale e divertente, devo però confessare - attendo le frustate tue e di Yue... - che ho preso in mano il volume in fumetteria, ho letto un pezzo della prima storia, l'ho posato per nulla colpito e l'ho immediatamente dimenticato :D
    Bellissima la copertina, ma l'interno non mi ha ispirato granché... però, come confessavo sopra, a parte Dungeon Food (te lo consiglio, te lo consiglio! ^____^) il fantasy non è la mia cup of tea.
    Un salutissimo!

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    1. Ciao! Grazie per il commento e per il consiglio :) Questi pareri così diversi su Dungeon Food mi mettono ancora più curiosità!

      La prima storia purtroppo non è proprio tra le migliori, secondo me, anche se è comunque gradevole. Se non piace molto il fantasy, però, immagino sia più difficile farsi "comprare" da questa raccolta. A me attira sempre tanto quando ci sono magie e creature strane di mezzo, ancora di più se il setting è pseudo-medievale, per cui... ti piace vincere facile?! :P

      Un abbraccio! :*

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    2. "A me attira sempre tanto quando ci sono magie e creature strane di mezzo, ancora di più se il setting è pseudo-medievale..."
      ...
      ...è la descrizione di Dungeon Food!!! :DDD (giuro!)
      Ciaooooo!!!

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    3. LOL! Allora direi proprio che devo dargli una chance!

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