giovedì 1 ottobre 2015

I Mercanti di Borgomago - storia di donne, pirati, mercanti e navi parlanti

Come ormai avrete intuito da alcuni miei vecchi post, l'anno scorso mi sono innamorata della saga dei Lungavista, scritta dall'autrice americana Robin Hobb.
La serie fantasy di cui vorrei parlare in questo post si va ad incastrare tra le due trilogie (presto tre) che vanno a comporre la storia di FitzChevalier Lungavista. Le due trilogie (chiamate dei Lungavista e dell'Uomo Ambrato) in realtà sono inframmezzate da un'altra trilogia: I mercanti di Borgomago, nota in inglese come "The Liveship Traders". Questa trilogia è stata scritta dalla Hobb tra il 1998 e il 2000 ed è arrivata in Italia grazie alla Fanucci tra il 2005 e il 2009, suddivisa però in 5 volumi (La nave della magia, La nave in fuga, La nave dei pirati, La nave della follia e La nave del destino). Purtroppo ormai i volumi cartacei sono di difficile reperibilità e anche su internet se ne trovano solo alcuni. Fortunatamente ci sono gli ebook che sopperiscono a questa grave mancanza!
La mia esperienza di lettura è stata ulteriormente arricchita dal fatto che l'ho letta in contemporanea con la carissima Bori! Mi sono divertita un sacco a commentare in diretta insieme a lei! Non perdetevi la sua recensione! ;)


Io ho letto prima le due trilogie su Fitz e soltanto a distanza di mesi ho recuperato Borgomago perchè non sapevo ci fosse una connessione. I punti di contatto sono l'ambientazione, un personaggio comune che si presenterà con un'altra identità, alcuni temi e la sotto-trama dei serpenti e dei draghi. Personalmente non ho avuto particolari difficoltà a comprendere l'Uomo Ambrato senza aver letto Borgomago, ma è anche vero che così facendo mi sono anticipata alcuni elementi sui Mercanti. Il mio consiglio è quindi di leggere le saghe in ordine di pubblicazione, anche se so che dopo aver amato la prima trilogia, sarà difficile allontanarsi dai Sei Ducati verso Borgomago e ritorno! Ma questa separazione regalerà comunque grandi emozioni ed avventure, quindi vi assicuro che ne vale la pena!
Mettendo da parte questi elementi più tecnici, andiamo come sempe alla parte fondamentale, ovvero il contenuto!

una delle edizioni inglesi della serie
Premessa:
La Hobb in questa serie ha deciso, per necessità di trama, di abbandonare la narrazione in prima persona, per scegliere un punto di vista multiplo in terza, dando modo quindi ai numerosi personaggi di offrirci prospettive diverse sugli eventi.
I Mercanti di Borgomago è un intreccio di storie che andranno a concatenarsi pian piano, intrecciandosi con quadri politici e sociali piuttosto complessi, con anche una buona dose di elementi fantastici. Ho avuto difficoltà a decidere da dove partire per presentarvi la trama, ma alla fine ho deciso di focalizzarmi sul motore dell'azione, ovvero i singoli personaggi e le loro trame personali.
Scusate per la suddivisione in paragrafi molto schematica, ma era l'unico modo per non perdermi.^^"

Trama e personaggi:
Cover del fumetto ispirato a Borgomago
"Les aventuriers de la mer"
(disponibile solo in francese purtroppo)
Ci troviamo, dunque, a Borgomago, città mercantile sul mare la cui classe predominante è quella costituita dalle famiglie di Antichi Mercanti, ovvero i discendenti di coloro che per primi colonizzarono l'area.
La famiglia Vestrit rappresenta uno dei gruppi più consistenti di personaggi principali. I Vestrit, che mi piace definire come "I malavoglia del fantasy", dopo la morte del capofamiglia Ephron, stanno attraversando un momento di crisi, dato che riescono a stento a pagare il debito per il veliero vivente di famiglia, la Vivacia, risvegliatasi con la morte di Ephron, il terzo capitano Vestrit morto sul suo ponte, come da tradizione. I velieri viventi vengono venduti ai Vecchi Mercanti dai loro "cugini" delle Giungle della Pioggia, un popolo misterioso che ha deciso di sacrificare la propria salute e il proprio aspetto pur di occupare un territorio ostile vicino a delle antiche rovine in cui possono reperire materiali particolari, come il magico legno di cui sono fatte le navi viventi. Se non riusciranno a pagare in denaro, almeno un discendente non sposato sarà accolto tra gli abitanti delle Giungle.
Ephron, però, ha lasciato la Vivacia al genero Kyle, un uomo straniero che non comprende e non vuole comprendere fino in fondo le tradizioni dei mercanti e che, pur di garantire il guadagno alla famiglia, decide di investire nella barbara tratta degli schiavi.
Ronica, moglie di Ephron, pur essendo avversa alla schiavitù ed essendo una donna forte ed autoritaria, non riesce a fermare il testardo Kyle che è pure maschilista e con manie di controllo dovute al fatto che sa inconsciamente di non essere all'altezza delle sue responsabilità. Sua moglie Keffria Vestrit, molto mite e remissiva, schiacciata dal carattere forte di sua madre, del marito e della sorella minore nel suo ruolo di mogliettina passiva e madre, sembra non avere voce in capitolo, ma a lungo andare anche lei tirerà fuori il coraggio tipico delle donne Vestrit.
La Vivacia (sempre dal fumetto)
L'unica ad opporsi apertamente e strenuamente a Kyle è Althea, sorella minore di Keffria, che rivendica la nave per sé, dato che ha sempre avuto un legame particolare con Vivacia. Lo scontro con Kyle sarà furioso e la porterà ad allontanarsi da casa per dimostrare alla famiglia che è capace di essere un buon marinaio e rivendicare così la sua nave. Althea all'inizio non l'amavo particolarmente perché, come molti Mercanti, era parecchio altezzosa e anche troppo impulsiva e attaccabrighe. Con il passare del tempo però ho amato molto il modo in cui è cresciuta ed è diventata uno dei miei protagonisti femminili preferiti.
Ma vi anticipo che le donne di casa Vestrit sono tutte da standing ovation!
Senza un membro della famiglia  a bordo, però, la neonata e ingenua Vivacia, traumatizzata dalla separazione dalla sua amata Althea, non può partire serenamente. E' qui che entra in gioco Wintrow, figlio di Keffria e Kyle, mandato in convento in seguito ad un voto e che verrà costretto a viaggiare con Vivacia ed a rinunciare al suo sogno di diventare sacerdote. Wintrow è quasi una cellula isolata dalla famiglia, dato che ha vissuto per anni in un monastero, dedicandosi alla meditazione. Il ragazzino si troverà catapultato in un mondo che gli è totalmente estraneo, con un padre odioso e una nave a cui potrebbe anche voler bene, se il loro legame non fosse così forzato. Wintrow è un ragazzo che ricerca la saggezza e la pace interiore, vorrebbe risolvere i conflitti e per questo viene accusato di essere poco virile e codardo, ma dimostrerà di avere una forma di coraggio tutta sua che, però, lo allontanerà sempre più dal padre. Nella prima parte del romanzo è uno dei miei protagonisti preferiti, anche se poi perderà un po' di smalto...
A casa Vestrit, intanto, resteranno i due figli minori di Kyle e Keffria, ovvero Malta ed il piccolo Selden. Malta è una ragazzina di bell'aspetto, intelligente ma molto superficiale, interessata solo ai bei vestiti e alla conquista dei ragazzi di turno, convinta che abbiano chissà quale forza. E' matematico che odierete Malta per un romanzo e mezzo, per poi adorarla nel finale. Quando la situazione si farà difficile, Malta saprà indirizzare le proprie doti verso scopi più importanti una volta che si sarà resa conto che i ragazzi che tanto desiderava, come fossero bambolotti da vantare con le amiche, non posseggono la forza di cui lei ha bisogno per salvare la sua famiglia. 

"Non si poteva dipendere dagli uomini, perfino quelli potenti, perfino quando ti amavano davvero. Per salvare suo padre avrebbe dovuto ottenere potere per sé sessa, e usarlo. Poi se lo sarebbe tenuto". (Malta)

Nonostante questo nuovo scetticismo nei confronti degli uomini, però, riuscirà finalmente a trovare un amore sincero in Reyn, un ragazzo delle Giungle della Pioggia (un adorabile principe azzurro squamoso), perdutamente innamorato della ragazzina. Dopotutto...

"L'amore può esistere senza bisogno" (Vivacia)

Reyn, però, è a sua volta tormentato da un drago femmina che lo perseguita per essere liberata e ricreare la sua stirpe. Insomma, tra Borgomago e le Giunge, hanno tutti le loro gatte da pelare!
Kennit, sempre dal fumetto
E i pirati?
Anche nelle Isole dei Pirati si sta verificano una sorta di rivoluzione. Kennit è un pirata che ama definirsi fortunato e che possiede un amuleto di legno magico che cerca di fargli da grillo parlante. Ha grandi aspirazioni per il suo futuro: diventare re delle isole dei pirati, ma per farlo dovrà compiere un'impresa inaudita, ovvero catturare uno dei velocissimi velieri viventi di Borgomago! Intanto, per guadagnare la benevolenza delle Isole e spinto dal suo primo ufficiale, inizierà ad attaccare le navi schiaviste ed a liberare i carichi. Al suo fianco, l'innamoratissima prostituta Etta. Inutile dire che il destino di Kennit si intreccerà con quello della Vivacia e del suo equipaggio. 
Kennit è uno dei personaggi più affascinanti della serie: torbido fino alla fine. E' quasi ironico il modo in cui la Hobb ha ribaltato lo stereotipo comico del pirata con la gamba di legno per renderlo un personaggio così complesso e tragico!

Il destino dei singoli personaggi si andrà via via ad intrecciare, creando alleanza apparentemente improbabili ed inaspettate, ma tutti andranno a convergere in un quadro più ampio. Nelle profondità del mare, infatti, un groviglio di serpenti marini si è messo in viaggio nella ricerca di una guida che possa farli evolvere.
I tasselli non sono finiti però! Di grandissima importanza sono anche altri personaggi come Paragon, un veliero vivente impazzito e cieco, da lungo tempo arenato sulle spiagge di Borgomago, che sembra avere personalità multiple, di uomo e di bambino, e che nasconde inquietanti segreti.
Paragon stringerà un legame molto forte con Brashen, ex marinaio della Vivacia, diseredato dalla sua famiglia e che ha con Althea una relazione amorosa turbolenta, e con Ambra, una misteriosa straniera intagliatrice che a volte parla come un profeta, tanto da sembrare a molti un po'...matta! Una vecchia conoscenza che sicuramente renderà felici i fan dei Lungavista!
Su tutta Borgomago, nel frattempo, incombe l'ombra della guerra a causa di un Satrapo debole, insensibile e completamente soggiogato dalle droghe.

"Guardati attorno. Siamo nella cuspide. Siamo una moneta che gira nell'aria, una carta lanciata che svolazza, una runa che galleggia in un catino di acqua agitata. Le possibilità sciamano come api. Oggi, in un attimo, in un respiro, il futuro del mondo cambierà impercettibilmente rotta. In un modo o nell'altro, la moneta cadrà con un tintinnio, la carta atterrerà sul tavolo, la runa salirà in superficie. Il lato visibile deciderà la nostra vita, e un giorno i bambini diranno: è sempre stato così." (Ambra)

Draghi, serpenti, polene viventi, pirati, mercanti, profeti, re, marinai, intrighi politici, destino, segreti magici e misteriosi, viaggi...insomma, un sacco di elementi intriganti in una storia ricchissima di avventure marinaresche entusiasmanti e personaggi a cui è difficile rimanere indifferenti!

Paragon e Ambra secondo John Howe (illustratore di alcune edizioni)
Temi principali:
Gli argomenti affrontati dalla Hobb sono veramente molti in questa serie, ma tra i più frequenti ci sono sicuramente la scoperta della propria identità e l'affermazione della libertà del proprio spirito, ma anche il tema molto caro all'autrice dell'arroganza dell'uomo, che crede che i suoi problemi e le sue cause siano sempre le più importanti. L'essere umano è solo una parte del mondo e ci sono quadri ben più ampi da considerare e creature molto più imponenti, come Tintaglia, la regina drago, ci tiene a sottolineare. Allo stesso tempo, però, molte grandi cose accadono a causa della forza del cuore umano.

"Forse la cosa più grande che una persona può scoprire è che può decidere chi è. Non devi essere ciò che hanno fatto di te. Non devi neanche essere quell ch eri prima. Puoi scegliere. Siamo tutte creature di nostra fattura". (Ambra)

Si parla molto in questa saga dell'impatto che ha sul singolo individuo la storia collettiva e viceversa, ma anche l'incontro del singolo con la Natura non va preso sottogamba o dato per scontato. 
Tintaglia, sempre secondo John Howe
Altro tema importante è quello del rapporto tra i sessi. La Hobb è indubbiamente una femminista seria e con seria intendo che non è della fazione "le donne sono migliori degli uomini". Mi piace considerare I Mercanti come la metà femminile dei Lungavista. A Borgomago la maggioranza dei personaggi importanti sono donne e ragazze forti, tenaci e coraggiose. Anche le più miti, messe alle strette, tirano fuori una grinta impressionante! Nei Lungavista, invece, i personaggi maschili sono più numerosi e la serie stessa per la sua ambientazione più austera sembra richiamare il "mondo maschile". Non è un caso, secondo me, che un certo personaggio venga considerata donna in questa serie e uomo nei Lungavista (anche se nei fatti, la verità su di lui/lei resterà sempre un mistero!). Questo fattore, però, non esclude che in entrambe le serie ci siano ottimi personaggi sia maschili che femminili, supportando quindi un'idea di totale uguaglianza. Le due serie per me vanno ad incastrarsi non tanto come due pezzi di un puzzle e quindi per mere questioni "tecniche", ma come lo ying e lo yang, si completano a vicenda.

"Una donna è più che madre, più che figlia, più che moglie. Sono le sfaccettature di una vita piena, ma una sola sfaccettatura non definisce il gioiello." (Jani)

La visione più femminile della storia si evince anche dal fatto che una delle violenze che più
Altra edizione inglese
ha influenzato la storia e la psiche di molti personaggi (che siano donne o uomini) è lo stupro. La Hobb si approccia a questo tema quasi in punta di piedi, per poi dare al lettore un pugno allo stomaco. La cosa più agghiacciante non sarà solo focalizzata sull'atto in sé, ma la reazione degli altri che sembrano quasi restii ad accettare le parole della vittima! 
E' anche da questa violenza, unita a quella psicologica, che si va a delineare la psiche tragica e contorta del pirata Kennit, vittima e carnefice allo stesso tempo. Il lettore è portato per buona parte della serie ad affezionarsi a lui e, pur non condividendo molti dei suoi pensieri, si comincia a tifare per il suo successo! Speriamo fino alla fine che riesca a salvarsi e ad imboccare una strada che possa salvarlo da sè stesso, ma l'ombra del suo carnefice è troppo oscura e non riuscirà a sfuggirgli, portandolo a diventare tenebra egli stesso.
Parlando di malvagità, un'altra peculiarità di questa serie è che non c'è un antagonista vero e proprio (come  nei Lungavista, d'altra parte). Ci sono personaggi in fortissimo contrasto tra di loro, questo sì, ma non c'è un "boss finale" da sconfiggere. L'unico vero antagonista è un'ombra che viene dal passato, quella di Igrot, che con la sua violenza ha portato dolore e follia. 
Gli altri due "antagonisti", ovvero Kyle e il Satrapo, sono figure patetiche. Kyle viene messo presto da parte, mentre il Satrapo (che entra in scena tardi rispetto agli altri), ricorda molto il Regal dei Lungavista, ma moltiplicato per dieci: un ragazzino ignorante e viziato, completamente accecato dalle droghe. 
Vivacia e i serpenti, sempre John Howe
Ho notato che tra i personaggi della Hobb, gli antagonisti sono spesso più piatti degli altri (la Donna Pallida, per esempio, o lo stesso Satrapo, o i razziatori di Chalced). Penso che il problema non stia nell'abilità dell'autrice (che ci offre nella maggior parte dei casi personaggi complessi e interessanti), ma nella sua visione del mondo. Sono solo mie supposizioni, ma è come se questa autrice non riuscisse a concepire l'esistenza di personaggi puramente malvagi, perchè effettivamente non crede che esistano. Per questo, quando le servono personaggi del genere, tende a farli stare un po' in panchina. I mondi da lei creati, nonostante siano spesso devastati da guerre, invidie, giochi di potere e violenze, alla fine sono dei mondi che riescono a conservare del buono e questo mi lascia sempre una sensazione di positività e speranza. Sebbene i suoi personaggi attraversino momenti di crisi, trovano sempre la forza di rialzarsi, anche quando tutto sembra perduto e si sentono soli al mondo. Alla fine è da noi stessi che dobbiamo trarre la forza per sopravvivere e guadagnarci quello che vogliamo. Non è una posività da "volemosebbene", ma una da "non è vero che non  ho nulla, ho ancora me stesso/a"!

Illustrazione di Marc Simonetti per un'edizione francese
Stile: 
Borgomago, come i Lungavista, è caratterizzato da uno stile molto descrittivo che spesso può dare un'idea di lentezza. I primi dieci capitoli del primo romanzo, per esempio, sono piuttosto lenti, ma nella serie non manca l'azione e i momenti più concitati! Purtroppo però, capisco che molti lettori possono sentirsi scoraggiati da questo stile. Ad alcuni può anche dare fastidio che usi frasi molto brevi. Personalmente sono elementi che non mi infastidiscono, ma se siete abituati a stili molto veloci alla Licia Troisi, per esempio, potreste avere qualche difficoltà. Se verrete risucchiati dalle vicende e dai personaggi, penso che lo stile passi in secondo piano comunque. La Hobb alla fin fine non è neanche Tolkien, eh! Non ci sono 15 pagine di descrizioni! E' che prende il famoso "show don't tell" alla lettera, anche quando magari io stessa ammetto che potrebbe anche accorciare qualche passaggio.

A me il suo stile piace; lo trovo evocativo e coinvolgente. Le sequenze scorrevano nella mia testa in maniera fluida, come fosse una pellicola ben girata!
Allo stesso tempo, preferisco sempre fare una pausa tra una sua saga e l'altra, perchè sono libri molto voluminosi e non mi piace fare overdose degli stessi autori troppo a lungo, altrimenti mi rendo conto delle varie somiglianze tra i suoi lavori, cosa a parer mio inevitabile in qualsiasi autore (la Hobb, per esempio, ha la tendenza a far finire sempre bene i matrimoni combinati! :P). Quindi penso che farò passare un po' di tempo prima di leggere le Cronache delle Giungle della Pioggia, anche a causa di varie letture obbligatorie che dovrò fare! x_x

L'ordine in cui è preferibile leggere i libri (alcuni titoli sono diversi dai nostri in inglese)
Per concludere: amanti del fantasy, dell'avventura e dei bei personaggi, ma anche solo amanti della lettura in generale, fatemelo proprio come favore personale e date una chance alla Hobb! Se vi piacciono le ambientazioni marinaresche poi, è  un incentivo in più per leggere questa serie nello specifico. Il mio consiglio resta comunque quello di leggere sia questa che i Lungavista, ma capisco che è un bell'impegno. Una sfida, però, di cui penso non vi pentirete!

4 commenti:

  1. Come sempre le tue recensioni sono ricche di ulteriori spunti di riflessione su dettagli che subito non ho focalizzato (sono una lettrice distratta ahimè).

    In effetti è curioso come la Trilogia dei Lungavista sia soprattutto incentrata su personaggi maschili (e infatti aveva al suo centro tre generazioni dei Lungavista...tutti uomini!) mentre qui, dove ci si aspetterebbe una netta preponderanza di omaccioni nerboruti, siano invece le donne a tirare le redini del tutto (e ancora una volta si analizzano di nuovo tre generazioni della famiglia Vestrit...e sono tutte donne!). Non credo ci sia un ragionamento particolare dietro questa scelta (i sessi sono sempre e comunque ben bilanciati), però sono parallelismi interessanti ahah!

    E' vera anche la questione dei "cattivi". Ma è anche vero che forse i fantasy della Hobb sono gli unici che non necessitano di veri antagonisti, tanto sono costruiti bene e in modo verosimile il resto dei protagonisti. Per dire, nei Lungavista si potrebbe storcere il naso per come sia stato liquidato in fretta Regal e in parte a ragione...tuttavia la cosa non influenza il giudizio positivo che si da all'opera, proprio perché raramente la Hobb perde tempo a puntare il dito contro questo o quell'altro personaggio. Nei suoi libri si trovano dei personaggi che fanno cose, che possono essere buone o malvagie, ma non ci saranno mai dei facili moralismi, ogni giudizio è lasciato alla discrezione del lettore.

    Bella trilogia comunque, assai originale!!! E dopo una recensione così bella...converrete con me che è impossibile non darle una chance, leggetene tutti insomma!! <3

    Al prossimo, appassionante crossover :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille! Troppo buona ♡
      A me ha fatto riflettere più che altro l'immagine che viene data di un certo personaggio in questa serie e da lí sono partite le elucubrazioni xD

      Alla fine ognuno ha avuto i propri motivi nella storia, condivisibili o meno, quindi è difficile giudicare certi personaggi!

      Come ti ripeto sempre, sono felice che la Hobb ti stia piacendo *^*

      Elimina
  2. Ho sempre guardato a queste saghe fantasy di Robin Hobb con un misto di curiosità e terrore. Curiosità per l'autrice, che mi sembra molto interessante e nelle mie corde, e terrore per la grande mole di volumi (sono una persona che si stanca facilmente, soprattutto con il genere fantasy). E poi non saprei proprio da dove iniziare... Qualche consiglio?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I volumi della Hobb sono belli ciccioni in effetti ^^" il mio consiglio è comunque di iniziare con "L'apprendista Assassino" che è tra le 300 e le 400 pagine. Se ti piace quello penso che la mole dei successivi non ti peserà :) è il primo della prima trilogia dei Lungavista ^^ é un'autrice che si può leggere con calma perché nei volumi successivi tende a "riepilogare" quello che è accaduto prima, quindi anche se passano mesi tra la lettura di un volume e l'altro, non si ha il rischio dell'effetto: "e questo chi è? Dove eravamo rimasti?"
      Purtroppo di suo non sono arrivati romanzi singoli in Italia e io in lingua non l'ho mai testata, quindi non saprei dirti molto. ^^"
      Bisogna solo avere un poco di pazienza coni suoi incipit perché sono piuttosto introduttivi (ma quasi tutti gli elementi presentati sono comunque necessari).
      Il mio consiglio spassionato per Lungavista e Borgomago è di seguire l'ordine di pubblicazione per goderseli al meglio :)
      Spero di esserti stata utile! Spero di averti incoraggiato a fare un tentativo *^* penso potrebbe piacerti (ma io sono di parte xD)

      Elimina