sabato 21 marzo 2015

Amélie Nothomb – Nè di Eva nè di Adamo

Questa volta ho voluto fare la sbarazzina e ho messo prima l’autrice e poi il titolo del libro. Tipo quegli editori che mettono il nome a caratteri cubitali e del titolo chissene, va bene in Times New Roman dimensione 12.

Di questa autrice mi ha parlato per la prima volta la carissima Bori e, dato che cercavo titoli e autori nuovi da provare per spendere un buono regalatomi per il compleanno (sempre siano lodati questi buoni! Sempre!) e complice il fatto che mi è stata presentata come una lettura veloce e divertente, ho colto la palla al balzo e ho comprato questo “Nè di Eva nè di Adamo”, uno di quelli che a naso mi sembrava più alla mia portata. Altri avevano quarte di copertina bislacche e temevo mi risultassero incomprensibili. L’edizione che ho scelto (o meglio, l’edizione che rientrava perfettamente nei miei calcoli malati per spremere il buono fino all’ultima goccia) è quella Super Economica della Voland (8 euro, copertina rosa e viola: mio!). Mi ci sono trovata molto bene perchè è un tascabile, quindi molto maneggevole.

In questo breve romanzo la Nothomb racconta uno spaccato della sua vita in Giappone, dal 1989 al 1991, concentrandosi sulla sua storia con Rinri, un ragazzo di buona famiglia, studente a tratti misterioso e affascinante nelle sue bizzarrie e galanterie. I due si conoscono perchè Amélie, 21enne, appena ritornata in Giappone, dove ha vissuto da bambina, decide di dare lezioni private di francese (lei è belga ed ha anche girato il mondo). Il suo primo studente è proprio Rinri, suo coetaneo. Le conoscenze di francese di Rinri sono disastrose, ma tra i due nasce una relazione particolare in cui Rinri sembra essere alle prese con il suo primo innamoramento “in senso occidentale”, mentre Amélie dal suo primo “koi”, un concetto di amore giapponese che la Nothomb associa a quello occidentale di “diletto”, meno passionale in un certo senso.
I due sono indubbiamente attratti l’uno dalla cultura dell’altra e forse è proprio questo, oltre al loro carattere, che li ha avvicinati. Alla fine però le necessità di libertà di Amélie e le sue aspirazioni la porteranno verso una strada diversa da quella che Rinri aveva immaginato.

A questo punto si dovrebbe parlare dei “personaggi”, ma essendo un romanzo autobiografico, non è fattibile XD. Penso che questo fattore sia la ragione fondamentale per cui non amo leggere autobiografie di norma. Quando leggo romanzi adoro la libertà di giudizio che si ha, perchè tanto sono “persone inventate”. Con questo genere invece non mi sembra corretto e quindi  mi astengo dal commentare a fondo su questa parte di contenuto, perché non ha molto senso giudicare le azioni vissute da persone in carne ed ossa, nè fare il tifo per una coppia o cose del genere. Mi limito soltanto a dire che la Nothomb mi è sembrata una personalità interessante e un po’ sopra le righe (momento perdita di autostima: questa qui a 21 anni era in Giappone a dare lezioni private,  io ad un anno in meno rincorro i miei gatti. *inserire musica deprimente a caso*). Alcune sue azioni, mi hanno dato anche l’impressione di avere davanti una persona che sa quello che vuole, ma anche non proprio equilibrata. La sua scelta finale ha avuto una conseguenza positiva solo perché Rinri é/era dotato, a quanto pare, di una grandissima eleganza. Altrimenti sarebbe finita in tutt’altro modo, tipo con un listone di parolacce in giappo-francese! La conclusione è molto bella per la scelta di parole usate da entrambi, ma anche per come la Nothomb l’ha raccontata. 

La locandina del film

Io che leggo romanzi romantici? Quale congiunzione astrale è mai avvenuta?! In realtà Nè di Eva nè di Adamo non è una storia sentimentale vera e propria, nel senso che non è un elogio agli amori giovanili o roba del genere, come si potrebbe pensare. La voce dell’autrice infatti è molto sincera e ironica, senza indugiare in dettagli troppo intimi o stucchevoli. Ho sghignazzato più volte a notte fonda leggendo la prima parte! La seconda parte del romanzo (anche se non è che siano segnate, è solo una mia suddivisione personale) è un po’ più riflessiva, ma nulla di troppo trascendentale. Il romanzo è diviso in capitoletti di poche pagine senza titolo e penso che anche questa struttura abbia contribuito a rendere la lettura tanto frizzante e scorrevole da farlo leggere anche in un pomeriggio (io ci ho messo tre sere, ma perchè sono bradipa di natura e non mi piace finire i libri in un giorno solo).

Per concludere: ringrazio Bori per avermi fatto scoprire questa autrice! Ho già segnato qualche altro suo titolo interessante, come "Stupore e Tremori", in cui racconta la sua “tragicomica” esperienza lavorativa in un’azienda giapponese. Lo consiglio se state cercando una lettura veloce che, però, non sia completamente priva di spunti di riflessione, alla “leggi e scorda”. Io l’ho letto subito dopo la saga dei Lungavista (i post sono programmati, quindi sarà passato parecchio dalla lettura alla pubblicazione^^”) che è stata per me una lettura estremamente impegnativa, quindi per allentare la tensione ci voleva un romanzo di questo genere! Anzi, di questo stile! 
Da questo romanzo è stato tratto un film intitolato "Tokyo Fiancéé".

4 commenti:

  1. Credo che non faccia per me ... potrei vedere il film se la compagnia me lo impone :)

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    1. Anche io pensavo non fosse il mio genere, ma devo dire che è stato proprio una piacevole sorpresa! ^^

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  2. Waaah, sono proprio contenta che ti sia piaciuta!
    Come scrissi già da qualche altra parte, la Nothomb è un'autrice a cui tengo particolarmente, trovo che sappia essere bizzarra in maniera simpatica e non pesante, il che non è da tutti.
    Ha anche una storia e vicende familiari travagliate e particolari, quindi alla fine questo suo essere così estrosa è anche comprensibile.

    In particolare i libri che ha scritto da e sul Giappone sono senz'altro tra i miei preferiti, sono ironici e graffianti. In effetti sono anche autobiografici, tuttavia l'impressione che mi hanno sempre dato è che lei stemperi molto del suo vissuto attraverso un racconto del tutto fantasioso e fantastico. Molte situazioni sono palesemente grottesche e esagerate, volte più a far ridere che riflettere o far immedesimare il lettore.
    Quando leggerai "Stupore e Tremori" (SE lo leggerai naturalmente, anche se io lo consiglio vivamente!), noterai proprio questa tendenza all'assurdo e all'estremizzazione che naturalmente ha poco riscontro nella vita pratica (della serie: lo sanno tutti che i Giapponesi sono schizzati e hanno dei ritmi di lavoro ossessivi/compulsivi da pazzi, ma certo non fino a questi livelli, sennò non si spiegherebbe come riescano a mantenere i neuroni intatti...XD).

    Comunque è un'autrice originale senza dubbio X°D E leggerla non costa neanche troppa fatica, i suoi libri sono piccini piccini...insomma, datele una chance tutti!!

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    1. Mi hai consigliato molto bene! ;P

      Si devo dire che in questo libro mi è sembrato che volesse creare del distacco tramite l'ironia per non andare troppo sul personale ^^
      Oltretutto le sue storie, dalle trame che ho letto in giro, potrebbero benissimo essere dei polpettoni introspettivi e quasi tragici, se non fosse per il suo stile!
      Per adesso ho tantissima roba arretrata, ma appena posso recupero anche Stupore e Tremori! :3
      I suoi libri sono brevi e aggiungo che hanno prezzi molto buoni, cosa che non guasta mai :P

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