lunedì 4 luglio 2016

L'abbazia di Northanger di Jane Austen

*Riemerge dal sepolcro*
So che avevo scritto che sarei tornata a Settembre in piena attività, ma mi sono concessa qualche giorno di siesta e quindi ho preparato qualche post ^_^/
Dato che ho dovuto sostenere l'esame di letteratura inglese all'università, mi sono appuntata un sacco di titoli che hanno attirato la mia attenzione e conto prima o poi di recuperarli (con i miei soliti tempi biblici) tutti, ma nella mia pausa dal blog, ho comunque trovato modo di leggerne alcuni per dovere o per diletto. L'abbazia di Northanger di Jane Austen rientra nella seconda categoria.
Volevo aprire una vera e propria rubrica dedicata ai classici che ho recuperato, ma conoscendomi, preferisco andare a caso (si sa che le mie rubriche o appuntamenti periodici vanno sempre a farsi benedire...).
Dopo i "vorrei ma meglio di no", ecco la vergognosa confessione: non avevo mai letto nulla di Jane Austen. (*buuuu*) Li vedevo come "classici romantici" e quindi non mi avevano mai attirata più di tanto. Dopo averla provata, però, mi sono data ripetutamente dell'idiota e ora voglio recuperarli tutti! 

Il titolo di cui vorrei ciarlare oggi fu pubblicato postumo nel 1818, ma in realtà fu scritto parecchio tempo prima ed è considerato uno dei primi lavori della famosissima, classicissima e defuntissima scrittrice.
L'abbazia di Northanger ci racconta delle vacanze estive di Catherine, una ragazzina inglese di 16 anni vivace, con una famiglia nella media ed affetta da una leggera sindrome di Don Chisciotte: è una grande appassionata di romanzi gotici e ogni tanto le sue fantasticherie partono per la tangente e, come diremmo noi oggi, "si fa i film mentali". Non a caso, il romanzo della Austen nasce come parodia del genere gotico-sentimentalistico che, all'epoca, era particolarmente in voga anche se visto come produzione di serie B e senza valore. Nonostante ne faccia una parodia, però, la Austen difende il romanzo a spada tratta, compresi questi generi che guarda con affetto, rimproverandone più che altro gli eccessi stilistici.
Parlandoci chiaro, nel romanzo succede poco, nel senso che tutte le vicende ruotano
Catherine ed Henry nel film del 2007 "Northanger Abbey"
Non l'ho ancora visto, ma mi sembra
un po' fiacco dal trailer...


attorno alle amicizie estive di Catherine, alla sua prima cotta per il giovane pastore protestante Henry Tilney (anche lui lettore di romanzi gotici, ma più maturo, avendo una 20ina d'anni) ed a tutti gli equivoci che potevano crearsi in un'epoca di rigide convenzioni sociali e matrimoni per interesse.
Catherine è un'eroina per cui si prova facilmente tenerezza, soprattutto se si è lettori un po' più grandi di lei, perchè pur essendo intelligente e curiosa, è anche molto ingenua e la sua passione per i castelli abbandonati, le eroine svenevoli e gli efferati omicidi dei villains gotici, la porta a saltare a conclusioni affrettate, soprattutto nella seconda metà del romanzo, quando Henry e sua sorella la invitano a trascorrere un periodo di villeggiatura nella loro Abbazia a Northanger. La ragazzina non vede l'ora di scoprire quali segreti nasconde quel luogo da romanzo gotico, ma la normalità dei Tilney e della loro Abbazia le farà tornare presto i piedi per terra.

I personaggi sono molto credibili e sono dei "tipi" che non muoiono mai: la protagonista svampita, il love interest maturo ma alla mano, la finta amica/arpia, il don giovanni, "quello che se la tira" ed altri ancora. Proprio per questo, la lettura del romanzo risulta un'esperienza familiare anche a chi ha visto sì e no due commedie romantiche in croce e riuscirà subito a capire che due fratelli come i Thorpe, per esempio, non faranno altro che portare guai! Cosa che la protagonista impiegherà un po' più di tempo a capire, ma l'Abbazia parla anche di questo: il primo ingresso in società di una ragazzina ingenua che deve cominciare a farsi strada nel difficile mondo delle relazioni interpersonali. Leggendo una sinossi del genere, potrebbe sembrare una storia noiosa per chi non ama quel genere che oggi definiremmo "slice of life", ma anche la quotidianità può rivelarsi interessante se affrontata con spirito ironico e ottimista.

Il tutto è raccontato poi con uno stile così spigliato e fluido da rendere la lettura semplicemente deliziosa, riuscendo anche a strappare qualche sorriso.
La storia d'amore non è affatto passionale e forse l'ho apprezzata ancora di più proprio per questo. Per quasi tutto il romanzo sembra a senso unico, ma non ci sono drammoni sentimentali e, sebbene non manchino i classici "momenti di tensione", il tutto è affrontato con spensieratezza. Henry Tilney, poi, è un "love interest" niente male nel suo essere solare e chiacchierone, anche se a volte un po' saccente, uscendo quindi dallo stereotipo del villain gotico o dell'innamorato disperato propri dei generi con cui gioca la Austen. (O anche dallo stereotipo del bello, str***o e dannato scritto male che va tanto di moda negli young adult...)

Una delle cose che mi ha colpito di più, forse, è stata la facilità con cui mi sono immedesimata nella protagonista e nelle sue (dis)avventure, nonostante si stesse parlando di una ragazzina vissuta 200 anni prima di me. Si vede che certe dinamiche non moriranno mai!
Ho apprezzato molto anche l'esplicita difesa del romanzo nella sua accezione di romance (ovvero opere meno realistiche, molto sentimentali o con elementi fantastici, opposti ai novels, cioè i romanzi realistici), molto irriverente per i tempi.

L'edizione incriminata
Parentesi edizione: E' un romanzo facilissimo da reperire (ne esistono tante edizioni). Io lo avevo prima preso in ebook nel Mammut della Newton Compton con tutti i volumi della Austen, ma arrivata a metà mi stava prendendo talmente tanto che ho deciso di prendere il cartaceo della stessa collana, però singolo, anche perchè la prefazione di Riccardo Reim mi piace ed è presente anche nel volume singolo. Il prezzo, poi, è super conveniente (meno di 4 euro) e la cover molto colorata e carina. Peccato, però, che sotto altri aspetti sia un'edizione che lascia molto a desiderare! Prima di tutto, la quarta di copertina rasenta l'ingannevole perchè spoilera TUTTO quello che succede nella seconda parte (okey che è un classico, però...!), senza neanche far riferimento alla prima metà del romanzo, dando quindi l'impressione che la trama non ingrani mai, quando in realtà l'arrivo all'Abbazia è il climax delle vicende di Catherine. Oltretutto, svela subito anche l'equivoco che si creerà all'abbazia (che il lettore magari arriva a capire prima di Catherine, ma non è comunque giusto anticiparlo!) e scrive che Catherine ed Henry sono già fidanzati, quando non è così.
Sinceramente detesto quando la quarta crea false aspettative, o comunque, aspettative diverse, rispetto al contenuto effettivo, perchè inevitabilmente compromette l'esperienza del lettore. Altra nota negativa: tantissimi refusi!
Mi piange il cuore, perchè esteticamente e come prezzi sono edizioni che attirano, quindi spero che gli altri volumi siano curati meglio. Ci penserò due volte prima di comprare un mammuttino adesso ç_ç


Per concludere: E' un romanzo che consiglio sicuramente, soprattutto alle adolescenti, perchè è una lettura scorrevole, divertente e non ha niente da togliere alle storie di formazione o romantiche più moderne; non a caso, la Austen è considerata la nonna della letteratura chick-lit!
Anche superata questa fascia d'età, comunque, resta una bella lettura. Certo, alcune dinamiche appariranno più ingenue e subentrerà più indulgenza che empatia nei confronti della protagonista, ma sarebbe un po' come ritornare ragazzini/e, anche se non ci siamo mai spostati in carrozza o non ci siamo mai presi una cotta per un pastore protestante con un'insolita conoscenza sulle crinoline. Questi, però, almeno per quanto mi riguarda, sono ulteriori motivi di fascino. Insomma, ci voleva un'autrice di 200 anni fa per tirar fuori il mio lato teen...dite che dovrei preoccuparmi?

8 commenti:

  1. Conosco bene questo libro... La mia ex mi fece una cultura su Jane Austen, che è la sua autrice preferita. E concordo con la tua recensione :)

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    1. Spero non sia finita male! :(
      Jane Austen è amatissima e mi dispiace di averla sempre messa da parte per via della mia poca confidenza con questo genere letterario. (S)Fortunatamente non ha scritto tantissimi romanzi, quindi conto di recuperare presto! ^_^

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  2. E' stato il mio primissimo Austen, regalatomi giusto intorno ai 16 anni. L'ho adorato e mi ha spinto a leggere tutti i libri di questa bravissima autrice. Jane Austen è forse l'autrice "classica" per eccellenza, ma questo non deve spaventare; e poi, come dici giustamente tu certe dinamiche non muoiono mai e sono fruibili in ogni epoca.
    Ah, ben tornata! ;)

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    1. Io penso di recuperarli in ordine di pubblicazione se mi riesce :) anche se non penso sarà una cosa che farò nell'immediato.
      Grazie mille *3*

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  3. Ciao! Piace molto anche a me! :) Soprattutto la parte in cui si rivolge direttamente al lettore ed alla critica difendendo a spada tratta il suo essere scrittrice. Io possiedo l'edizione della Rusconi, quella della prima foto, e mi è piaciuta. Delle edizioni Mammut mini ho letto "Al paradiso delle signore" di Zola, in generale non mi fanno impazzire ma era l'unica che avevo trovato dopo secoli. Ma no, non devi preoccuparti, vorrà dire che hai una sensibilità d'altri tempi, vanne fiera! u.u XD Se ti va di passare questo è il mio post: http://saratraipapaveri.blogspot.it/2015/10/letture-del-mese-settembre-2015.html

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    1. Ciao! :)
      Concordo, quella parte è proprio da incorniciare, soprattutto se si è lettori di romanzi appartenenti a generi considerati "di serie B".
      Purtroppo mi sa che queste edizioni mammut (almeno quelle singole) non sono granchè come fattura...ora si spiega il prezzo bassissimo xD
      Vado a leggere con piacere :)

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  4. Io ci sono cresciuto con le edizioni dei classici della Newton & Compton, anche perché costavano pochissimo pure vent'anni fa, ed ai tempi i soldini da spendere in libri erano pochissimi XD. Però in effetti è vero, il problema dei refusi l'hanno sempre avuto, e spesso il prezzo basso delle loro edizioni è conseguenza delle traduzioni vecchiarelle (usare traduzioni di traduttori ormai "irreperibili" fa risparmiare parecchi soldini , anche se il compianto Reim le controllava e le aggiornava/correggeva personalmente) .

    L'abbazia di Northanger è delizioso! E' stato l'ultimo romanzo che ho letto della Austen ed anche se non è il mio preferito mi è molto caro!

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    1. Sì queste edizioni sono super convenienti, soprattutto quelle in copertina non cartonata con mezza cover bianca, per intenderci XD di quelle ho dracula, notre dame de paris e viaggio al centro della terra se non erro. Anche le introduzioni erano fatte bene.
      Questo mammuttino invece l'ho trovato più sottotono...magari è stato un caso ed è solo questo titolo ad essere più sfigatello xD

      Ci si affeziona subito a questo romanzo **

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