lunedì 11 luglio 2016

Un grido fino al cielo - Anne Rice

"Guido Maffeo fu castrato all'età di sei anni". Questo è l'incipit di Un grido fino al cielo, pubblicato nel 1982 da Anne Rice.
In questo libro, a metà tra il romanzo storico, quello erotico e quello di formazione, la Rice ci porta indietro nel tempo fino al Settecento, tra Napoli e Venezia, in un momento culturale in cui pur di ottenere una manciata di voci perfette si era disposti a mutilare decine e decine di ragazzi all'anno.
Un grido fino al cielo, infatti, ruota attorno alla vita di due musicisti castrati

Da una parte abbiamo Guido Maffeo, calabrese di origini umilissime, fu venduto dalla famiglia al conservatorio di Napoli per diventare un cantante castrato. Per quanto possa sembrarci ingiusto, la sorte di Guido, grazie al "coltello", migliorò notevolmente, portandolo presto ad essere un cantante eccellente, pronto per il grande debutto a Roma. Guido amava la sua voce per il mondo che gli aveva aperto e non rinnegava la sua condizione di "non-intero", perchè gli aveva dato uno scopo che forse non avrebbe mai avuto se fosse rimasto a casa a morire di fame. Per lui la musica era tutto, come se fosse un'amante. Purtroppo, però, nonostante l'operazione, la sua voce angelica lo abbandonò, portandolo ad un periodo buio e disperato che lo spinse ad atti estremi. Dopotutto, a che serve un castrato che non canta?
Guido, ormai reso chiuso, cupo e frustrato, deciderà di dedicarsi all'insegnamento e alla ricerca in giro per l'Italia di quella voce angelica perduta che sarà in grado di far vivere le sue composizioni.

Una delle rare fanart di Tonio
di Sheepskeleton
Dall'altra parte, invece, abbiamo la vera figura centrale del romanzo, ovvero Tonio Treschi, un giovanissimo patrizio veneziano, che, a causa dell'instabilità della madre, è costretto a rimanere chiuso in casa a prendersi cura di quella madre-bambina che lo ama morbosamente, ma allo stesso tempo si dimostra a volte crudele ed infantile. Il padre, molto più anziano di lei, non va spesso a fargli visita, essendo un membro del Consiglio Veneziano. Tonio non ha neanche la compagnia dei fratellastri, figli della prima moglie, dato che hanno perso tutti la vita. L'unica consolazione di Tonio, in questa solitudine, è l'amore per il canto che nutre fin da bambino. Il ragazzino, nonostante, l'infanzia da recluso, riesce comunque a sviluppare un caratterino curioso ed indipendente, ma allo stesso tempo maturo, facendolo sembrare un adulto in confronto alla madre. Questo però non vuol dire che lo sia davvero.
La sua sorte muta drasticamente quando il padre Andrea, in punto di morte, gli annuncia che suo fratello Carlo è ancora vivo, ma era stato costretto all'esilio per la sua condotta. Ora ha scontato la pena e sta tornando a casa, pronto ad ereditare tutto. L'anziano padre lascia quindi in eredità a Tonio il difficile compito di impedire che Carlo si riapprori dei tesori e dell'onore dei Treschi. Gli lascia anche delle parole che sembrano preannunciare la sua sorte: "Decidi di essere un uomo ed è ciò che sarai: e guai a chi dirà il contrario."
Ma chi è in realtà Carlo Treschi? Sicuramente un uomo cocciuto e orgoglioso, tormentato dall'ossessione per un amore ingiustamente ostacolato per onore e pronto a tutto pur di riprendersi ciò che desidera. Così, pur di liberarsi dell'ostacolo di Tonio, lo fa catturare, castrare e vendere a quell'ignaro maestro di Napoli che era rimasto incantato dalla voce di ragazzino.
Una bellissima fanart di Tonio
che rispecchia molto bene il suo
fisico una volta cresciuto
(notare le mani enormi)

Da qui il focus del romanzo si sposta su Tonio, anche se non mancheranno dei capitoli su Guido.
Il ragazzo, costretto dalla società ad accettare forzatamente una natura che gli è stata imposta, attraverserà un lungo periodo di rifiuto verso tutto e tutti, soprattutto quel terribile e burbero Maestro che sa tutto ciò che gli è successo e dal cui corpo, ai suoi occhi innaturale, non riesce a distogliere lo sguardo.
Tonio teme il confronto con gli altri castrati, con i "ragazzi interi" del conservatorio e con le poche donne che gli capita di incontrare. Che strada prenderà adesso il suo corpo? Come cambierà? E come riuscirà a rapportarsi con gli altri ora che si sente privato della  sua virilità?
Tonio, infatti, a differenza di Guido, è cresciuto in un ambiente nobile che faceva dell'"essere uomo", "dell'onore" e "dell'orgoglio" le proprie colonne portanti. Non riesce a capire come il suo compagno Domenico, per esempio, accetti di buon grado il vestirsi da donna, nè accetta l'amore che questi prova per lui e lo vede solo come uno sfogo dei suoi desideri, arrivando però a ferire quella creatura forte e fragile insieme, che sembrava preannunciargli la sua forma futura.

E' anche, poi, grazie alla storia d'amore con Guido che riuscirà a salvare sè stesso ed anche il suo maestro. Si avvierà dunque verso la scoperta e l'accettazione di sè, senza però mai rinnegare che quello che gli è stato fatto vada condannato.
Fondamentale per la sua evoluzione sarà anche Christina, una giovane straniera che "dipinge come un uomo" e da cui Tonio è affascinato.

Il desiderio di vendetta sembra quasi dimenticato, nella dimensione di felicità che i personaggi sono riusciti a crearsi, ma un ultimo attacco di Carlo Treschi porterà con sè nuovo dolore, spingendo Tonio a recarsi a Venezia, forte dei suoi rinnovati sentimenti e delle sue nuove prospettive sulla realtà, ad affrontare il suo carnefice.

La crescita di Tonio nel corso del romanzo è uno degli aspetti migliori e più curati. E' un

personaggio di cui ci si innamora, nonostante i suoi difetti, i suoi errori ed anche i suoi pregiudizi, per la sua tenacia e la sua volontà di non essere determinato dalle aspettative nei suoi confronti (come il fatto che gli eunuchi debbano essere creaturine fragili e remissive, vestirsi ed atteggiarsi da donne e privi di forza fisica).
E' anche un ragazzo che, pur non smettendo mai di considerarsi "uomo", riesce a scendere a compromessi con quello che la sua cultura d'origine imponeva come tassativo e "naturale", quando, come gli mostrerà Guido, trovarsi al margine può offrire delle dimensioni di libertà al di fuori delle imposizioni sociali.
Uno dei punti di forza del romanzo è anche quello di aver creato una caratterizzazione molto coerente con quelle che sono le estrazioni sociali dei personaggi, i loro background culturali ed il loro carattere. Guido, per esempio, che non è mai cresciuto nel mito dell'onore e che ha sempre vissuto al conservatorio, non trova strano il suo corpo, considera disdicevole avere relazioni con più partner di diverso sesso, dato che il matrimonio e la monogamia sono concetti creati per una società che non gli appartiene, così come gli è sconosciuto il sentimento della gelosia. I motivi di scontro tra i due saranno molteplici e spesso difficili da sanare, portando ad evoluzioni diverse ed agrodolci nel loro rapporto.

Le prime quattro parti e la conclusione, nello specifico, le considero fino ad ora tra gli scritti migliori della Rice per le atmosfere che è riuscita a ricreare e per l'impatto emotivo. Le parti centrali possono deludere un po' i cuori più romantici per gli eventi raccontati, più che per lo stile, ma è importante ricordare che al centro della narrazione c'è il percorso di accettazione di Tonio e di come sia riuscito a trarre il meglio dalla sua tragedia personale, non il "coronamento del suo sogno d'ammoreh".
[SPOILER] Il finale è felice, ma aperto sulla dimensione sentimentale: non sappiamo se Guido e Tonio torneranno insieme "in quel senso", ma fatto sta che i tre formeranno un gruppo a sè stante (che sia un menage a trois o meno non ci è dato saperlo, ma a me piace pensare di sì), libero e felice nella e della sua fiorente marginalità. [FINE SPOILER]

Immagine tratta dal film su Farinelli,
cantante castrato famosissimo
e molto discusso che viene citato anche nel romazo.
(No, il film non l'ho visto ma le
immagini scarseggiano per questo post^^")
Tra i personaggi, degno di nota è Carlo Treschi, l'antagonista della vicenda; il suo fantasma di uomo adulto aleggia nelle paure di Tonio, ma l'incontro finale tra i due (uno  dei momenti più belli in assoluto secondo me) ci mostrerà una soluzione alternativa. Pur non essendo un "malvagio" vero e proprio, rimane comunque un personaggio affascinante nella sua disperazione ed incapacità di mettere da parte l'orgoglio. E' proprio quest'ultimo, in sintesi, ad essere l'antagonista principale del romanzo. Sono l'orgoglio e l'onore a spingere Andrea Treschi ad esiliare il figlio, andando a creare una faida che coinvolgerà anche gli innocenti.
Interessante anche il personaggio del Cardinale, diviso tra la sua attrazione fisica per Tonio e la sua fede sincera. Lungi dall'essere l'archetipo del "prete corrotto" , si dimostra un personaggio capace di riflettere sulle proprie azioni,di fare passi indietro senza rancore e si dimostra anche un buon consigliere nel momento del bisogno.
I due personaggi, però, ad avere maggiore spessore sono chiaramente quelli di Guido e Tonio. La loro storia mi ha spesso commossa e, anche se non sarà tutta rose e fiori, sarà comunque bello vederli sempre legati, anche se in modo diverso. Non è da sottovalutare il fatto che Guido cerchi più un compagno spirituale in cui riversare il suo amore per la musica, più che un compagno in senso fisico/amoroso.
Mi è piaciuto molto anche come i due punti di vista siano stati gestiti, in particolare nella prima parte. Pur utilizzando la terza persona, vediamo comunque che la narrazione che riguarda Tonio è molto più aperta, fluida e quasi estroversa nei confronti del lettore, mentre le parti relative a Guido sono più sporadiche e frammentarie, senza che il lettore entri del tutto nella sua testa, perchè Guido è un personaggio che tende a chiudersi a riccio con i personaggi e con il lettore, raggiungendo livelli di frustrazione anche pericolosi per sè e per chi gli sta intorno, perchè come capita a caratteri di questo genere, la paura lo spinge all'ira e alla violenza.

La ricostruzione storica compiuta dall'autrice indica un ottimo lavoro di documentazione (alla fine del romanzo vengono citate alcune fonti) e Napoli e Venezia del tempo prendono vita davanti agli occhi del lettore, quasi come fossero dei dipinti in movimento in cui è anche possibile sentire le voci e i dialetti diversi.
Lo stile è elegante e spesso teatrale, a parte qualche piccolo scivolone più didascalico quando si tratta di spiegare gli esercizi musicali, per esempio. Visto che buona parte del romanzo ruota attorno al mondo del teatro e dell'opera, comunque, penso che questa teatralità sia un elemento voluto ed anche coerente. Molti dialoghi mi sono piaciuti, pur essendo poco naturali, proprio perchè concorrono al rendere certi momenti indelebili. E' come avere davanti sì un romanzo, ma anche un palcoscenico.

Un grido fino al cielo è un titolo particolare che di sicuro non convincerà tutti, ma merita un'occasione almeno, anche se non avete amato altri romanzi dell'autrice. Non lo considero un romanzo perfetto perchè avrei preferito, ad esempio, un maggiore approfondimento  di Christina, personaggio che mi è piaciuto tantissimo ed è stato fondamentale nel completare il quadro  finale.

Un difetto può essere costituito dal fatto che alcuni misteri il lettore arriva a risolverli molto facilmente, ma non trattandosi di un giallo, l'importante è quanto queste rivelazioni colpiscano il protagonista (che è comunque un ignaro ragazzino per la prima parte del romanzo), non tanto quanto stupiscano il lettore.
Ritratto di Farinelli
Una delle critiche più frequenti che si trovano sui vari siti di recensioni é: "ci sono scene di sesso ad ogni capitolo, che schifo! Che volgarità!" e ammetto che sul momento mi avevano frenata dall'interessarmi al titolo. Riflettendoci, però, mi rendo conto che questi commenti sono abbastanza insulsi (oltre che fuorvianti, in quanto sono un'esagerazione!) E' chiaro fin dalle prime pagine e dalla quarta di copertina, che il tema del romanzo è molto legato alla dimensione della corporeità e che si sta parlando anche di formazione tramite la sfera erotica; già dal primo capitolo uno dei primi momenti di crisi di Guido è dovuto al fatto che nutre degli impulsi che credeva non avrebbe mai avuto...e ci siamo capiti.Tanto vale tenersi alla larga se si sa che certe cose possono infastidire.  La sessualità è fondamentale nel romanzo come mezzo per conoscere sè stessi e per muoversi in un mondo come quello dei cantanti castrati, che spesso facevano "gentili concessioni" per ottenere dei vantaggi (si tratta pur sempre di un vecchio e torbido modello di star system).La quasi totalità delle scene esplicite, oltretutto, sono funzionali alla trama ed alla crescita dei personaggi (fatta salva forse una) ed alcune sono volutamente più volgari o "violente" delle altre. In pratica, bocciare un romanzo storico-erotico per la presenza (non lo stile, proprio la presenza) di scene esplicite è come bocciare un fantasy perchè c'è la magia...:V

Per concludere: Un grido fino al cielo è sicuramente salito sul podio dei miei romanzi preferiti di Anne Rice per l'ottima caratterizzazione dei protagonisti, per la ricostruzione storica intrigante ed interessante (che mi ha spinta a fare qualche ricerca autonoma), per un'attenzione al dettaglio che fa immergere il lettore nelle vicende, tanto da far sentire l'ansia del "dietro le quinte" del teatro anche a chi, come me, non è appassionata/o di lirica. E' anche un romanzo che offre diversi spunti di riflessione, non solo sulla questione del genere e della sessualità, ma anche sul rapporto tra cultura e natura o su quanto sia lecito fare pur di perseguire ideali di perfezione artistica. I castrati avevano delle voci splendide ed inimitabili ma valeva davvero la pena mutilare dei ragazzini pur di ottenerle?
Mi ha anche molto coinvolta emotivamente, ma mi rendo conto che questo elemento è molto soggettivo e ognuno di noi si lascia trascinare da motivi diversi, quindi non posso neanche assicurarvi che vi scenderà la lacrimuccia.

Purtroppo non ricevette critiche molto positive al momento della pubblicazione, anche a causa della particolarità del tema principale (non tutti leggerebbero un romanzo su dei cantanti castrati, ammettiamolo... io stessa mi sono avvicinata al titolo per il nome della scrittrice), ma penso che oggi il pubblico sia più propenso a questo intreccio di storia ed erotismo anche per via delle serie tv uscite negli ultimi anni.
Lo consiglierei anche a chi ama quei vecchi shojo o BL anni '70 che mescolano dramma ed estetica con eleganza, considerando però che questo romanzo è dieci volte più esplicito.

Un altro motivo per cui mi sono particolarmente affezionata a questo libro è la situazione in cui mi sono trovata a leggerlo. L'ho recuperato infatti grazie ad un circolo di lettura organizzato sul gruppo Facebook "Anne Rice Italia" ed è stata proprio una bella esperienza. Commentavamo una parte a settimana e sono venute fuori discussioni sempre pacate ed interessanti, anche magari tra chi aveva opinioni diverse, con anche una buona dose di cazzeggio che non guasta mai!

6 commenti:

  1. Devi Assolutamente Vedere Il Film "Farinelli"!!!!! :D

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    1. Vedró di recuperarlo! Ho visto già qualche scena e l'attore principale è davvero particolare!

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  2. Aspettavo questa tua recensione visto che mi parlavi bene del libro man mano che lo leggevi :D
    Libro tra l'altro interessante, il tema non è facile e saperlo affrontare con intelligenza ancora meno, ma siccome ti è piaciuto e dei tuoi gusti mi fido, direi che si può andare abbastanza sul sicuro ^^
    Non so perché mi ha fatto venire in mente certi titoli tipo "Il Cuore di Thomas" o certi BL della Asumiko Nakamura...

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    1. Grazie per la fiducia <3
      Si anche a me ha fatto venire in mente questi shojo/bl classici, soprattutto Thomas per l'ambientazione del collegio e la parte al conservatorio nel romanzo. Il contenuto però è molto più esplicito...mi fa pensare soprattutto a kaze to ki no uta per la teatralità ed il contenuto molto forte. :)

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  3. Dunque, il mio rapporto con Anne Rice è un po' burrascoso , ma "Un grido fino al cielo" l'ho amato moltissimo. Non ho una gran memoria per i libri, ma a distanza di moltissimi anni ricordo ancora piuttosto bene la storia, ed anzi, mi hai fatto venire voglia di rileggerlo!Ahhh, quanto mi piaceva Guido! <3
    Ma è sempre fuori stampa, vero? Io trovai l'edizione con la copertina rigida ad un mercatino dell'usato...quasi vent'anni fa! Non so cosa aspettano a ristamparlo (dai, non si sono fatti problemi per la trilogia porno-sado-fiabesca! Cosa aspettano?).

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    1. La Rice da quel che ho capito (non ho ancora letto tutti i suoi romanzi) tende molto a sperimentare, anche a costo di esagerare e far venire fuori ciambelle senza buco :V
      Questo penso sia uno dei migliori in assoluto, infatti lo consiglierei anche a chi di solito non la apprezza molto :)
      Anche a te piace Guido? Io l'ho adorato! Ogni volta che piangeva mi si spezzava il cuoricino <3 Per quanto fosse problematico... ma chi non lo è lì in mezzo? X'D
      Sono contenta di averti fatto venire voglia di rileggerlo *__*
      Purtroppo è ancoea fuori stampa...l'unico modo per trovarlo è o in pdf o nei vari mercatini online, a prezzo spesso maggiorato. Io prima l'ho letto in pdf e poi l'ho preso da una ragazza che lo vendeva a 30 euro comprese le spedizioni.
      Mi chiedo anche io perché non lo ristampino! Ma la Rice ha sempre avuto edizioni strane da noi...tra cui anche duologie iniziate e non finite -.-" o ristampe delle Cronache lasciate a metà.

      Ahahah la serie sado ha cavalcato l'onda di 50 sfumature ed il fatto che ne ha pubblicato un quarto di recente (questa donna scrive porno-sado a 76 anni LOL). Purtroppo però questo qui mi sa che affronta un tema troppo di nicchia per essere tenuto in considerazione. T_T
      Tu quali romanzi hai letto dei suoi romanzi? Cosa non ti ha convinto? :)

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