mercoledì 30 agosto 2017

Di uomini morti come salmoni e protagoniste fastidiose

Volevo inserire questo romanzo in un altro post di supposte, ma mi rendo conto che forse questo titolo avrebbe monopolizzato troppo la scena!
Il libro in questione si intitola L'uomo che morì come un salmone, romanzo giallo nato dalla penna dell'autore svedese Mikael Niemi, autore che si è occupato anche di poesia e teatro. Per me è un illustre sconosciuto, ma magari per gli appassionati di questo genere o di questa letteratura potrebbe essere un nome importante.
Non ricordo di aver mai letto nulla proveniente dalla Svezia, quindi non so se molte delle caratteristiche di questo romanzo siano imputabili alla cultura di provenienza dell'autore o alla sua individualità, ma fingeremo in questo caso che si tratti della seconda. Se qualcuno di voi è più esperto di me in materia, non esiti a correggermi eventualmente!

Le premesse del romanzo sono interessanti: l'anziano Martin Udde viene ritrovato morto in casa sua, con la bocca e lo stomaco spalancati, infilzato con una fiocina usata per pescare salmoni. Così, nella piccola cittadina di Pajala, viene inviata da Stoccolma la detective Therese Fossnes. La donna, cittadina in tutto e per tutto, dai trascorsi familiari instabili, si ritrova quindi catapultata in questa piccola realtà in cui ha difficoltà anche a comunicare, dato che a Pajala si ha una particolare situazione socio-linguistica: pur essendo ufficialmente svedese, infatti, si parla anche una variante del finlandese, il meankieli considerato da alcuni come lingua depositaria della cultura del passato, da altri invece come una lingua da dimenticare in favore del "civilizzato" e moderno svedese.
La questione linguistica, secondo la quarta di copertina del romanzo che ho qui riproposto in parte, mi ha incuriosita molto e sembra giocare un ruolo importante nelle indagini, almeno per la prima parte del romanzo. Purtroppo però questo Salmone (per abbreviare il titolo) fa tante promesse e non ne mantiene nessuna, con il risultato che non si capisce davvero cosa voglia essere questo libro. Io non sono una fan delle rigide limitazioni di genere, ma bisogna essere molto abili per uscire dagli schemi senza lasciare il lettore spaesato.

Da qui in avanti occhio, che farò spoiler!
Salmone vorrebbe essere un giallo/thriller, ma l'indagine è veramente infima. Therese
La copertina svedese
(soggettone su cui tornerò più avanti) indaga sì e no nel primo quarto del romanzo. Poi, dopo che è stato individuato in Esaias, un misterioso uomo del luogo, il principale indiziato, le indagini si bloccano a un punto morto. Viene anche data la falsa pista di due ladri che derubano gli anziani nel periodo estivo, ma questa cosa si risolve in maniera piuttosto ridicola e casuale.
Insomma, è un libro pieno di false piste (e ci sta, essendo un giallo), ma la cosa grave non è tanto che queste strade laterali finiscano in vicoli ciechi che danno solo la sensazione di aver perso tempo, quanto nel fatto che il mistero si va svelando per puri colpi di fortuna... che non sono neanche di Therese! Lei si limita a guardare una volta il luogo del delitto (da cui sono già stati estrapolati gli indizi più importanti dalla scientifica), fare qualche domanda in giro e poi passare il resto del libro a giudicare gli abitanti di Pajala e a farsi i suoi porci comodi. Non è una brava detective, non ha nessuna intuizione! Non dico di volere Sherlock Holmes, ma almeno qualcuno a cui sembri che il caso interessi, sì.
Uno degli indizi apparentemente più importanti viene infatti trovato da un parente delle vittima che, andato ad appropriarsi di alcuni oggetti di Martin Udde, trova un ripostiglio segreto con dei quaderni e delle foto dubbie.
La risoluzione del caso poi è totalmente casuale e, nonostante ci siano degli indizi sparsi in giro (per il lettore incomprensibili se non nella rivelazione finale), sembra che si sia scelto un colpevole giusto per stupire i lettori, fornendo delle motivazioni davvero blande e che risalgono a decenni prima.
Foto della vittima
Scusate per i contenuti forti
Un elemento che mi aveva incuriosita era che la vittima, inizialmente descritta come una brava persona, andava acquisendo delle connotazioni negative sempre più forti. A questo punto avevo intuito che il delitto fosse stato commesso da qualcuno che era stato vittima di Udde per un qualche motivo, e ce ne sono davvero tanti di motivi dato che questo qui era un bastardo che non si faceva mai i fatti suoi, razzista e, per non farci mancare nulla, pedofilo. Quest'ultima rivelazione mi ha fatto storcere il naso perchè è stato evidentemente un trucchetto per fare in modo che il lettore detestasse il personaggio a prescindere, giustificando così in maniera inoppugnabile le azioni dell'assassino e permettendo così che il lettore non restasse deluso dalla conclusione perchè "il bastardo se l'era meritato". Ma questo è l'ultimo dei problemi volendo.

La caratterizzazione dei personaggi è davvero irritante, perchè anche in questo caso
vengono disseminati molti indizi, spesso in capitoletti completamente avulsi dalla vicenda principale o gettati negli occhi del lettore in modo inutilmente onirico e fumoso. Mi riferisco in particolare al personaggio di Anderson, membro della scientifica, che sembra fare discorsi persi e alludere a chissà quali trascorsi tragici (si capisce solo che ha avuto un tumore e che conosce Therese da tempo), ma il tutto è totalmente inutile ai fini della narrazione, dato che rimarrà sempre un personaggio marginale. Ad un certo punto ho sospettato di lui, non tanto perchè ci fossero delle ragioni valide, ma perchè gli veniva davvero dedicato parecchio spazio per il ruolo che ricopriva effettivamente.
Ma andiamo a quel capolavoro che è Therese, la nostra carissima protagonista!
All'inizio, quando fingeva di stare lavorando, Therese mi risultava abbastanza insignificante, ma tollerabile: il classico protagonista che svolge la funzione di occhio esterno per descrivere una realtà particolare come quella di Pajala. Ma appena entriamo nei pensieri di Therese... gesùsantissimo le badilate che si tira!
Therese è l'emblema di come molti uomini non abbiano idea di cosa voglia dire creare un personaggio femminile forte. Ci viene presentata come piacente, intelligente, abilissima nelle tecniche di autodifesa e molto atletica: una macchina da guerra sui tacchi insomma. Il problema è che i suoi pensieri sono di un autocompiacimento insostenibile! Therese si crede una donna matura ma pensa come la protagonista di uno Young Adult brutto. La prosa che la riguarda spesso è la peggiore del romanzo (che in generale è scritto bene). Prendiamo per esempio questo passaggio imbarazzante in cui la nostra cara Lara Croft si guarda allo specchio dopo un allenamento.


"Guardandosi allo specchio si accorse di essere bella. Sudata e bella. [...] Con la canotta nera attillata e i tight grigio piombo somigliava all'immancabile soldatessa dei commando nei film di Hollywood, circondata dagli archetipi: il gigante nero del ghetto, l'italiano con il crocifisso... [inserire altri stereotipi qui ndM]. Quanto a lei, è la peggiore di tutti: la più coriacea, quella che si tuffa nel buco della latrina, infilza la baionetta nei sacchi di fieno e corre il percorso a ostacoli in pieno assetto da combattimento con i suoi graziosi scarponcini da marcia. Ma la sera prima che il commando intraprenda la propria missione si presenta in un rosso abito di seta da sogno, sui tacchi vertiginosi, avvolta in una nube di profumo, e nessuno la riconosce. Tutte le teste si girano verso di lei e l'ufficiale in divisa bianca da cerimonia la invita e insieme ballano con un'austera eleganza che ben presto si incrina diventando carne e fianchi, e la luce sulla pista da ballo gocciola come sangue mentre la telecamera si avvicina, si avvicina. Le labbra che s'incontrano e assaggiano, che vogliono succhiare, avvolgere, ed è a questo punto che lei, con un gesto improvviso, si divincola e si precipita fuori. Al centro della pista, come nella fiaba, resta una sola scarpa con il tacco alto. Il giorno dopo parte l'aereo militare, ed è lei a morire nalla prima battaglia, cosparsa di cenere e mattoni sbriciolati mentre il suo cuore si svuota inarrestabile sulla divisa."
  
Therese allo specchio
Manie di protagonismo, queste sconosciute!
Solo io mi sono sentita a disagio nel leggere che una donna adulta si pensi in questi termini? Che sia l'antipatia a parlare? E' fantastico che lei si senta bella e in gamba, rispetto alle classiche protagoniste imbranate che tendono all'autocommiserazione, ma anche meno Therese, anche meno! Non posso definirla caratterizzata male a tutti gli effetti, ma è irritante. Soprattutto perchè, a parte menare due tizi che tentano di violentare una sua amica, non fa nulla. Tralasciando anche che la storyline della sua amica è inutile come non mai, serve solo a far vedere quanto lei picchi forte e quanto gli uomini facciano tutti schifo.
Gli uomini di Pajala secondo Therese
(con aggiunta di alcool e puzza)
Come se non bastasse, a Therese fa schifo tutto: definisce il maenkieli una lingua "primitiva" e, pur avendo avuto sì e non due interazioni con gli uomini locali, li giudica in toto senza conoscerli, definendoli praticamente dei trogloditi che non hanno le palle di andarsene da Pajala e che passano tutta la vita a bere e a menare le mani, intimoriti dal suo essere una donna forte. Okey, ci sono diversi ubriaconi violenti a Pajala, ma lei avrà conosciuto sì e no 4 persone, due dei quali sono suoi colleghi e la trattano in maniera rispettosa. Però si dai, facciamo di tutta l'erba un fascio!
Molto professionale da parte sua anche il fatto che, pur pensando tutto questo degli uomini del villaggio, compreso Esaias, una delle prime cose che noti nell'INDIZIATO NUMERO 1, sia che ha un bel culo!! Questo dopo aver detto ovviamente che puzzava (era andato a pesca sotto il sole... vogliamo vedere se non puzzi anche tu cara?).
L'intento dell'autore era quello di creare una donna forte che conosce bene anche la sua sessualità? No perchè io ho trovato questa scena parecchio fastidiosa! Una donna forte non è solo quella che va al pub e si porta a letto chi vuole, ma anche chi riesce, da persona matura, a differenziare il momento in cui puoi guardare i culi a quello in cui è poco opportuno, e quando hai davanti un potenziale omicida sotto shock che si rifiuta di collaborare e tu sei il detective che deve interrogarlo, direi che non è opportuno. Vale per gli uomini, vale per le donne. Ma la nostra detective è proprio cazzuta eh! Perchè lei una volta è andata a letto con una donna (pensando fosse un uomo all'inizio) e non si è sconvolta più di tanto quando ha capito che c'era stato un equivoco! Così, giusto perchè la scena con le lesbiche, totalmente gratuita, mancava al repertorio della donna forte che sa quello che vuole e non si stupisce di niente!

La cosa non mi dà fastidio in sè, ma non puoi presentarmi un personaggio come maturo e intelligente per poi farmelo comportare come un'adolescente in crisi ormonale.
Therese è talmente fiQua che ha anche senso dell'umorismo. Un PESSIMO senso dell'umorismo. Infatti le sue uniche tre battute sono tutte a sfondo sessuale e una anche offensiva e, se vogliamo proprio essere dei pignoli precisini della fungia, pure un po' sessista.
Le prime due ovviamente sono battute sui peni. Quando viene ritrovato il cadavere, infatti, si capisce che un organo è stato tagliato dal corpo della vittima e messo a bruciare su un fornello. Il pezzo di carne è talmente tanto carbonizzato che neanche si capisce cosa sia, così Therese ovviamente pensa sia un pene (era una lingua...). La simpatica battuta ci viene riproposta quando Esaias le offre un pezzo di carne grigiastra che non si capisce cosa sia e lei pensa "speriamo non sia un pene!" (indovinate? Era lingua!). Perchè tutto ciò che riguarda gli uomini di Pajala deve avere a che fare con i peni?!
La piccina deve avere qualche chiodo fisso se pensa che sia tutto un pene. E infatti la sua reazione quando vede quello che è ormai l'ex primo indiziato nudo nella sauna di casa sua è che "lì c'era un pene, ma era meglio non fissare troppo". E meno male che siamo donne moderne!
La battuta di cattivo gusto invece la fa a un suo collega: I due si lamentavano del freddo di Pajala, che a volte ti spingerebbe a mollare tutto e andartene per quanto è insopportabile. Therese allora, con la grazia e la simpatia che la contraddistinguono, dice al collega "e in questi casi che si fa? Una bella scopata con tua moglie?" (WOW Therese si vede proprio che sei fissata disinibita tu!). Il peggio però arriva quando l'uomo, per tutta risposta, sussulta. Lei allora pensa subito "ecco, ha l'amante". Maaaa... i cazzi tuoi?! :D
Avrei sorvolato su questo fatto, ma nella quarta di copertina veniva proprio lodata l'ironia dell'autore, quindi scusate lo sfogo, ma ecco... Therese mi sta proprio sulle balle.

Cosa c'è da prendere in questo romanzo (sempre secondo me, magari c'è qualcuno a cui è piaciuto da impazzire)? La questione sociolinguistica è l'unica parte che davvero mi ha incuriosita, ma ai fini della trama vera e propria non avrà alcuna rilevanza se non quella di far avvicinare Therese e Esaias, dando il via ad una sottotrama romance che si regge sul vuoto cosmico.
L'autore ha deciso di inserire dei flashback ambientati decenni e decenni prima per raccontare la storia di Pajala. Interessanti (anche se noiosetti), ma se alla fine la vicenda linguistica non si è rivelata determinante, a che pro? Avrei preferito la scelta di un colpevole più scontata e prevedibile, ma almeno attinente a quello che è uno degli argomenti fondamentali del romanzo.
Altro elemento lasciato in aria come il sedere di un babbuino è quello di un tale Petterson un uomo-ragazzo-boh che sembra affetto da sdoppiamenti di personalità, che appare e scompare come uno spettro, che sembra essere il colpevole ma non lo è, che sembra essere un aiutante ma non lo è, che sembra essere un'alce ma non lo è... è una specie di entità, l'incarnazione dello spirito di Pajala? Mistero.
La prosa di Mikael Niemi nel complesso non è malvagia (considerando sempre che è una traduzione), anche se ha la tendenza a inserire dei microepisodi completamente a random tra un capitolo e l'altro che dovrebbero dare informazioni sul background dei personaggi ma spesso sono fin troppo criptici. In generale, però, il giudizio è piuttosto positivo, se si chiude un occhio per alcune scivolate teen-trash (poche, per fortuna) e a qualche metafora infelice, se non proprio disgustosa come questa in cui, infastidite da un gruppo di uomini buzzurri al bar, Super-Therese e la sua amica se ne vanno e:

"Therese aveva proseguito da sola per la città, con le tasche piene di violenza maschile. Aveva cercato di scuoterla via, ma le restava appiccicata addosso. Un colloso liquido seminale, un moccio duro..."

Con queste belle parole, vi saluto...
 
Per concludere: non saprei davvero a chi consigliare questo romanzo. Non è il peggiore sulla faccia della terra, ma ci sono davvero troppi elementi negativi per i miei gusti. Se magari vi piace questo tipo di ambientazione, potrebbe risultarvi una lettura più interessante, ma ho il vago sospetto (o almeno ci spero) che esista di meglio al mondo.
Nel caso vi interessasse, comunque, il titolo è edito da Iperborea (al "modico" prezzo di 16,50) in un'edizione dal formato particolare, perchè più stretta e alta della media.

12 commenti:

  1. Ciao Millefoglie! :)
    mi dispiace un sacco che il tuo primo contatto con la cultura svedese sia stato un mezzo disastro XD io sono svedese per parte di madre, quindi conosco bene sia il Paese che la cultura e posso dirti di stare tranquilla, donne come questa protagonista qui non mi è mai capitato di incontrarne X°D

    In Svezia (ma anche in Norvegia) si scrivono moltissimi gialli e thriller ed è un genere che apprezzano quasi tutti (i miei nonni e zii ad esempio ne leggono un sacco). La mia teoria su questo fenomeno è che lì la vita è talmente tranquilla e le brutte notizie talmente poche che per loro è quasi come leggere un fantasy... qui da noi basta guardare il telegiornale ed avoglia a te di gialli e thriller XD
    Un autore svedese più famoso, Bjorn Larsson, un paio di anni fa scrisse I poeti morti non scrivono gialli, col quale voleva proprio parodiare e creare un po' di polemica attorno al mondo dell'editoria svedese, che a suo parere procede troppo a compartimenti stagni ed era stufo di questo boom dei gialli e dei thriller.
    Al di là di questo, se vuoi un thriller svedese veramente bello, buttati sulla trilogia di Millenium, che a mio parere si merita tutto il successo che ha avuto. E la sua protagonista femminile, Lisbeth Salander, lei si che è una donna forte! Problematica sicuramente, ma con le ovaie come poche altre. Anche nel caso di Millenium però, non pensare poi che sia una fedele rappresentazione della Svezia: la Svezia è il posto più sereno, pacifico e con le persone più gentili ed amichevoli che io conosca, giuro XD

    Recentemente di Iperborea (e di autore svedese) ho letto L'arte di collezionare mosche, un libro davvero godibile, diverso, interessante, leggero, divertente... se vuoi saperne di più trovi la recensione sul mio blog!

    Il tuo post è stupendo come al solito, stavolta mi hai stesa con le didascalie sotto le foto ahahaha

    Alla prossima!

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    1. Che bello, ma allora sei swedish fluent *__* mi hanno sempre affascinata le persone con un genitore che proviene da un paese che mi affascina molto, in questo caso la Svezia (ma amo i paesi nordici in generale).^^

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    2. Ciao! :)

      Mi unisco al club degli ammiratori delle persone che hanno genitori di nazionalità diverse! **

      Detto questo, ti ringrazio molto per i chiarimenti e per i consigli! Il giallo e il thriller non sono tra i miei generi preferiti, ma mi piace sapere dove andare a pescare nell'eventualità in cui volessi leggerne qualcuno :)

      In effetti è probabile che questo amore dei nordici per il thriller derivi proprio dal fatto che sono molto tranquilli... magari li usano come monito :P

      Grazie anche per i complimenti, sono contenta di essere riuscita a farti sorridere ^^ Le stroncature "arrabbiate" cerco di evitarle perché temo siano noiose da leggere.

      Alla prossima! ^_^/

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  2. Che forte sto libro!!
    (In senso negativo...ma anche positivo!! La scena di lei che si descrive allo specchio dev'essere qualcosa di spaziale da leggere XD)
    Personalmente ho passato un periodo in cui praticamente leggevo solo libri "nordici", per cui conosco abbastanza lo stile e mi spiace che tu abbia beccato subito un libro che, a occhio e croce, mi sembra uno dei più scialbi. Soprattutto dal punto di vista del "thriller".
    Ora, è vero che da loro la letteratura gialla va fortissimo e, secondo me, gli autori nordici tendono un po' a ripetersi fra loro, tuttavia in due cose trovo siano molto bravi e raramente sbagliano:
    • il metodo investigativo. A te è capitata subito la mela marcia del cesto probabilmente, perché io non ricordo un solo giallo dalla struttura così raffazzonata. Anzi, gli schemi investigativi sono rigidissimi e non lasciano quasi mai niente all'interpretazione del lettore. La regola infatti vuole che ci sia quasi sempre un detective più o meno geniale e più o meno atipico nei modi che si trova a dare una caccia serratissima a un killer apparentemente inafferrabile, la cui psicologia però è quasi sempre ben sviscerata (è raro trovare killer nordici che uccidono "perché sì", anzi il più delle volte mi facevano una pena indescrivibile).
    • la sensazione del freddo. È pazzesco come gli autori nordici siano in grado di rendere la percezione del freddo. Ci sono volte in cui ti viene voglia di buttarti sotto un plaid, anche se è estate e ci sono 45° all'ombra. Io credo che sotto sotto al Nord devono patire da morire i loro inverni, perché nessuno è in grado di farteli "sentire" come loro! Tu leggi certi gialli e c'è gelo ovunque, nei paesi, nelle case, nel cuore della gente, è tutto bianco e ti colpisce come uno schiaffo. Per cui non è così insolito, tutto sommato, che il killer di questo romanzo fosse pure pedofilo, così, en passant. I killer (anche i protagonisti certe volte!!!) in questa letteratura sono tutta gente che sbaglia forte, cose che ai nostri occhi sembrano fin esagerate.

    Ora, mi spiace che tu abbia iniziato così male con un libro così sottotono su tutti i fronti e che si sia rivelato così pasticciato sopratutto sul lato investigativo, che è il punto forte di questo genere.
    Io e mia madre iniziammo con i due autori credo più famosi, Stieg Larsson io (svedese) e Jo Nesbø lei (norvegese) e entrambe rimanemmo piuttosto affascinate, per cui ti consiglierei di proseguire coi grandi, giusto per assaggiare dei libri più gustosi, se il genere ti interessa.
    Iperborea è una casa editrice che pubblica soprattutto autori nordici,ma ha il gran difetto di buttare tutto in un unico calderone, col risultato che spesso non si sa cosa scegliere e si va a casaccio, col rischio di beccare delle perle come delle delusioni.
    Prova a vedere prima se qualche autore più "commerciale", ma almeno già testato dalla massa può fare al caso tuo...

    Bellissima recensione comunque!!! Mi hai fatto venire voglia di leggerlo per farmici due risate!! Lo voglio!! XD XD

    Bori (che scrive da cellulare e non riesce a loggarsi)

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    1. Grazie anche a te per i chiarimenti e i consigli! <3
      Nesbo l'ho sempre visto in libreria ma essendo il giallo/thriller un genere che non frequento moltissimo (ho questo titolo solo perchè me lo hanno appioppato gratis, per il resto ho letto parte dell'adorabile serie di Amelia Peabody XD), non avevo mai provato nulla di suo.
      Come ho scritto anche a Julia, questi suggerimenti li terrò volentieri a mente, così da poter pescare dal mazzo di carte giusto! ;)

      Grazie XD credo si trovi anche in ebook e non è molto lungo (sotto le 400 pagine se non erro... non ho il libro con me per controllare), ma non so quanto consigliartelo in chiave trash XD

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  3. Io con gli autori nordici non ho granchè feeling, proprio perchè il genere giallo mi piace poco.
    Non è che mi faccia schifo, pero' non è neanche tra i miei preferiti.
    Un romanzo svedese NON giallo che mi è piaciuto TANTISSIMO è "L'uomo che metteva in ordine il mondo" di Fredrik Backman.
    E' un cosiddetto "dramedy" ovvero un po' drama e un po' commedia, ma la commedia devo dire che ha il soppravento.
    E' davvero interessante, poi ho visto che costa appena 9 euro perchè sono uscite parecchie ristampe. Prova a buttarci un occhio. O almeno , leggi la trama.

    Di questo libro di cui hai parlato, apprezzo molto che venga messo alla luce il fatto della minoranza linguistica finlandese, secondo me il mondo è pieno di paese in cui c'è una minoranza di cui pero' non si parla, ed è bello saperne le origini e altre cose sul filone "informiamoci sulle minoranze" XD

    Pero' la trama non mi dice piu' di tanto, e il tuo giudizio sembra confermare i miei dubbi.

    PS: non so se sia piu' brutta la cover italiana o quella svedese XD

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    1. Io al momento di nordici apprezzo solo Luk'janenko per la sua serie dei Guardiani della Notte, un fantasy ambientato a Mosca in cui rientrano delle dinamiche da giallo miste al sovrannaturale. Molto gradevole :)
      Ho letto la descrizione del romanzo di Backman e sembra molto carino! Mi segno anche questo consiglio :) Avevo poca fiducia in questo post perchè pensavo non se lo sarebbe filato nessuno, visto il titolo scognito, invece sto segnando molti titoli e mi sto facendo un'idea più precisa su questa letteratura! Che bella sorpresa *_*

      La questione delle minoranze, confermo, è la parte più interessante. Peccato finisca tutto in una vendetta privata risalente a decenni prima...

      Io voto per la cover italiana perchè, anche se dalla foto non si vede, da vicino ha anche il malus di sembrare pixellata XD

      Grazie ancora per i consigli! ^_^/

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  4. Come sempre, è un piacere leggere le stroncature (sempre motivate e argomentate!) di Millefoglie :D
    Non amo i gialli, quindi non avrei rischiato nemmeno per sbaglio, ma conosco diverse persone che vanno pazze per i gialli Svedesi e mi assicurano che, tra un po' di fuffa, c'è anche tanta qualità e io mi fido sulla parola, anche se dubito che sperimenterò mai personalmente :)
    Anch'io come Caroline sono affascinato (anzi: pieno d'invidia, a dirla tutta ^_____^) per chi ha genitori "bilingui": il poter conoscere bene dall'interno due culture invece di una sola credo sia impagabile e nella prossima vita spero di avere anch'io questa opportunità :)
    Sono da sempre affascinato dalla Scandinavia - mi interessano moltissimo soprattutto i Miti Norreni, di cui sono un lettore accanito - e sono molto felice di avere da un paio d'anni un carissimo amico in Svezia, l'abbiamo avuto ospite qui a luglio una settimana insieme al marito (che è polacco) e a sua volta loro hanno invitato me e mio marito in Svezia per la prossima estate e credo proprio che andremo! (Non vediamo l'ora!)
    Con lui abbiamo parlato tantissimo di Italia e di Svezia e ci siamo vicendevolmente raccontati mille cose, ci siamo davvero appassionati delle reciproche culture!
    Scusate l'OT :)
    Ancora complimenti cara Millefoglie per la tua capacità di essere meravigliosamente ironica senza rinunciare a spiegare perfettamente i contenuti e i pregi e difetti delle opere di cui parli :)

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    1. Grazie mille! *blush*
      Mi unisco anche io al club degli affettuosamente invidiosi! XD
      OT perdonato, mi fa sempre piacere leggerli e divagare nei commenti! ^^ Non mi resta che augurarvi buon viaggio allora!

      A proposito di miti norreni, non è che avresti qualche titolo da consigliarmi? Tra Vikings e Vinland Saga, la cultura vichinga/nordica mi ha incuriosita ma non saprei bene da dove cominciare per curiosare. Se magari conosci qualche raccolta (o anche un saggio) per principianti che non costi un rene,consigliami pure! *_*

      Grazie ancora e a presto! ^_^

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  5. Mamma mia che protagonista odiosa!
    Non fa per me, sebbene sia un'amante del giallo (soprattutto del giallo "classico" - alla Agatha Christie per intenderci).
    Rimanendo in tema di narrativa poliziesca del nord Europa, ho provato un giallo danese, Assassinio di marzo e devo dire che mi è piaciuto molto, non tanto per il mystery in sè, quanto per lo stile ironico dell'autore.
    Se invece rimaniamo in tema Svezia, recentemente ho letto "La ricetta del dottor Wasser": molto bello e tra i prossimi post del blog.
    A presto.
    P.S. La "foto della vittima" mi ha fatto morire 😅😅

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    1. Direi che non ti perdi nulla XD
      Grazie anche a te per i suggerimenti! Io con i gialli sto proprio a secco, tranne per qualche volume nell'adorabile serie di Amelia Peabody, una serie di gialli archeologici ambientati in epoca vittoriana molto divertenti. Penso potrebbe piacerti! L'autrice è Elizabeth Peters :)

      P.S: si doveva pur sdrammatizzare questa palla al piede XD

      Alla prossima! ^^

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    2. Segno subito, allora!
      Baci 😘😘😘

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