Anno 2075. L'umanità è ormai in grado di spostarsi con relativa facilità nello spazio, tanto da essere riuscita a creare delle basi sulla Luna e su Marte alla ricerca (come al solito!) di nuove fonti di energia. Peccato che quando gli uomini allungano le manine verso qualcosa, immancabilmente lasciano tracce.
In questo caso, tra satelliti e missioni spaziali, non mancano i detriti lasciati indietro e che, dato il particolare ambiente, sono estremamente distruttivi, tanto che "un oggetto poco più grande di una vite può causare la distruzione di una navicella", secondo quanto ci insegna la fisica.
Rimuovere i detriti, pertanto, è un'attività vitale, essendo dei furboni anche in animazione, le diamo poca importanza.
Questa è, molto in generale, la premessa di Planetes, anime in 26 episodi tratto dal manga di Makoto Yukimura.
Andando più nel dettaglio, facciamo conoscenza di un'azienda, la Technora e, in particolare, della sua Sezione Detriti, meglio nota come "Mezza Sezione" (equipe dimezzata, stimendi dimezzati e, gli altri pensano, preparazione e serietà dimezzate!). La nostra guida e protagonista all'interno dei meccanismi dell'azienda, nonchè di questo mondo è Ai Tanabe, una nuova assunta dal carattere frizzante, sempre disponibile anche se è sbadatissima ed è una grande sostenitrice del concetto "Love&Peace" (non per niente di chiama "Ai"!). Vash The Stampeede sarebbe fiero di lei, in pratica. Ma Ai non è solo la classica svampita che andrebbe bene per uno shojo manga, ma è molto determinata e prende sempre il toro per le corna. Altro toro personaggio fondamentale della serie, con cui Ai inizialmente entrerà in contrasto (ma sappiamo tutti come andrà a finire!) è Hachirota Hoshino. Un altro raccogli detriti, "senpai" di Tanabe che si diverte a fare il prepotente, ma quando vuole si dimostra una persona con la testa sulle spalle (e con il pannolone nella tuta, come ogni astronauta che si rispetti!). Hoshino, detto Hachimaki perchè intorno alla fronte ha la fascia dei kamikaze (hachimaki, appunto) è ossessionato dallo spazio e il suo più grande sogno è comprarsi un'astronave (e per questo viene sfottuto da tutta l'azienda, dato che è una cosa abbastanza impossibile). Altri personaggi degni di nota sono Fee Carmichael, la caposquadra dei raccogli detriti, donna molto forte e gran fumatrice. Sa sempre cosa dire e cosa fare. Senza di lei andrebbe tutto a rotoli in 5 minuti. Suo degno assistente è Yuri Mihalkov (uno dei miei preferiti **) che apparentemente non fa un tubo dato che sta sempre in disparte, pur essendo molto gentile, ma nasconde un passato molto triste. L'ho trovato proprio un bel personaggio, ma sono un po' di parte perchè, in generale, mi piacciono i tipi (cartacei si intende) come lui. C'è anche una serissima stagista, Edelgard Rivera, che può sembrare un personaggio totalmente insignificante, ma nasconde un grande potenziale.
Ruolo (quasi!) puramente comico lo hanno il caposezione, Philippe Myers e il suo vice Arvind Ravi. Il primo è un uomo grassoccio e...inutile per il 90% degli episodi, il secondo ha qualche momentino di gloria, ma sempre nel 5% degli episodi.
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da destra Ravi (indiano), Myers (in basso a destra), Edelgard (in alto a destra), Hachimaki (con la tuta da astronauta), Ai (in rosa sullo sfondo), Fee (con le cuffie) e Yuri (in azzurro). |
Come si è potuto notare dai nomi, lo staff di queste aziente non appartiene ad una sola nazionalità, dando l'impressione di un mondo in cui i popoli sono integrati alla perfezione. Niente di più sbagliato. Altri personaggi ci faranno capire tutt'altro, come Claire Rondo (facente parte dell'amministrazione). Il divario (provocato spesso consapevolmente) tra primo e terzo mondo è uno dei temi principali di Planetes e devo dire che è stato affrontato in modo interessante, senza però sfociare in eccessive ciarle politiche o sdolcinate. Forse sul finale si poteva dare qualche risposta in più, ma così facendo la serie si sarebbe dovuta dedicare SOLO a questo argomento che è, senza ombra di dubbio, molto complesso e articolato.
Vorrei parlare di altri personaggi secondari, come Cheng-Shin Kho (amico di Hachimaki e pilota eccellente) o Gigalt Gangaragash, ma finirei per dilungarmi troppo. Infatti i personaggi sono davvero ben caratterizzati e non sono proprio una manciata. Ognuno ha la sua storia, il suo "momento" di svolta. Anche quelli che sembravano comparse tornano a fare un salutino quando meno te lo aspetti. Non sarà difficile farsi coinvolgere dalla narrazione per scoprire cosa succederà a Tizio o a Caio, come reagirà e come si rapporterà con gli altri (non in stile soap opera, eh!).
Planetes, infatti, oltre ad essere un'ottima serie sci-fi (a detta degli esperti, sul web, è considerata molto realistica nella riproduzione di meccanismi, grafici, etc...dimostrando quanto l'autore si sia documentato) è un anime (e manga suppongo) sulle relazioni interpersonali. Il messaggio della serie è l'uomo non può vivere da solo, neanche volendo. Cercherà sempre gli altri, poichè tutto è connesso da un forte legame. Tutti cerchiamo le nostre coordinate, dopotutto. La perdita di punti di riferimento (che siano persone o obiettivi da raggiungere) è ciò che muove molti personaggi ad agire in modi che ci possono sembrare quasi folli, da persona ossessiva. Basti pensare al cambiamento di Hachimaki, ad un certo punto della serie. Sembra davvero pronto a fare e a rinunciare a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, esagerando non poco. Meno male che Ai lo riporterà con i piedi per terra (o per Terra u.u). Questa sensazione di straniamento deve essere abbastanza comune quando lavori in un ambiente (lo spazio) in cui sembra di essere abbandonati da tutto e tutti, completamente "scollegati" e persi. Non a caso, uno degli incidenti più atroci (che può portare ad avere dei danni psichici) per un astronauta è quello di sganciarsi dal cavo che lo collega alla sua navicella, finendo per vagare in eterno e morire da solo nello spazio, immenso e muto.
Il rapporto tra gli astronauti e lo spazio diventa qualcosa di davvero "malato", un'ossessione da cui non riescono a liberarsi, sempre pronti ad oltrepassare il limite. Non è sempre un male, ma di sicuro non è sempre un bene...
Riassumendo, Planetes è una serie basata sull'aspetto fantascientifico e psicologico, con una buona dose di attuali riflessioni sulla società e un pizzico (forse anche di più ) di filosofia. Il messaggio finale è vecchio quanto il mondo, ma davvero ben inserito e "presentato", senza sdolcinatezze. Si evince dalle grandi azioni, ma soprattutto dalle piccole. Mi piacerebbe pensare che non sia un caso che, da un punto di vista tecnico, i primi piani siano molto più curati delle scene in campo lungo. Non credo proprio sia così, dato che è un meccanismo comunissimo negli anime di numerose puntate. In campo lungo i volti e gli arti appaiono un po' abbozzati, mentre nelle altre scene ogni dettaglio è riportato alla perfezione e il disegno migliora notevolmente. Nonostante questo, lo stacco non è mai troppo brusco. Ovviamente grande spazio (perdonate il pessimo gioco di parole) viene dato alle rappresentazioni dei pianeti e dell'universo, la luna in particolare.
Io ho visto la serie in italiano e devo dire di essere pienamente soddisfatta dei doppiatori! ^^ Le sigle sono rimaste quelle originali, molto belle entrambe, soprattutto per la scelta dei video.
E' una serie che consiglierei un po' a tutti (e quando mai! Serie di nicchia ne vedo pochine), dato che anche il laro romantico-sentimentale viene approfondito molto bene (dando non poche soddisfazioni, devo dire u.u!), ma non mancano la suspense, gli intrighi internazionali (altro elemento fondalmentale della serie), la tecnologia avanzata e tutto ciò che si vorrebbe trovare in uno sci-fi insomma! Non mancano però le scene comiche, soprattutto nella prima metà.
Da sottolineare infatti che i primi episodi della serie sono quasi autoconclusivi e il tono è spesso più giocoso e vivace (ma non mancano le scene angst!), mentre nella seconda metà ci sono episodi davvero "sostanziosi" e avvincenti.
(Tanto per chiudere in bellezza!)
Per adesso non ho letto il manga quindi non posso fare confronti, però vi riporto all'ottima recensione di Acalia QUI! (sul manga). O magari se ne può parlare nei commenti qui sotto se avete letto il lavoro di Yukimura. Ne parlavamo con Bori proprio uno o due post fa.