giovedì 6 luglio 2017

La Crociata degli Innocenti - Usamaru Furuya

Dopo Genkaku Picasso, Happiness e Lo Squalificato ( di cui parlerò in seguito), torno a chiacchierare con voi di un altro manga di Usamaru Furuya! Avevo letto recensioni abbastanza tiepide su questo titolo e proprio per questo ho posticipato di un po' la sua lettura, ma alla fine ho ceduto, doppiamente incuriosita dal fatto che l'autore si fosse dedicato a un genere in cui non penso si fosse cimentato prima, ovvero il manga di ambientazione storica. La Crociata degli Innocenti (Innocents Shounen Juujigun) del titolo, infatti, fa riferimento alla "crociata dei bambini" del 1212. Come l'autore stesso scrive alla fine della serie, si discute ancora oggi su molti elementi legati a questa crociata, a partire dal concetto stesso di "bambino" nel Medioevo, dunque i fatti raccontati sono per buona parte romanzati e, con il suo manga, non ha tentato di raccontare precisamente questo fatto storico ma lo ha, più che altro, usato come spunto per sviluppare una sua storia.

Personaggio chiave della vicenda è Etienne, un ragazzino 12enne di umili origini molto amato dal suo villaggio non solo per il suo buon cuore, ma anche perchè è capace di "parlare al cielo" e prevedere i cambiamenti atmosferici. I giorni di Etienne trascorrono tranquilli tra le sue mansioni da pastore e i giochi con gli altri ragazzini, ma la sua vita cambierà quando avrà una visione.
Dio
affiderà al ragazzino il compito di andare in Terra Santa e gli donerà un corno rosso (no, non quel corno rosso napoletano... intendo lo strumento XD) con cui compiere miracoli. La visione cambierà persino l'aspetto di Etienne che da quel momento avrà una chioma candida e gli occhi azzurro cielo.
Da questo momento, Etienne sarà identificato come il bambino prescelto da Dio e, spinto dal suo stesso villaggio e dai suoi amici, partirà verso la Terra Santa con altri 12 ragazzini (come i 12 apostoli), ognuno con le proprie ambizioni e motivazioni.
Tra questi vi è chi aspira a diventare templare, come Nicolas che è il co-protagonista, se non protagonista effettivo della storia, dato che è il ragazzino che cambierà di più nel corso del viaggio e a cui è dedicato più spazio, più dello stesso Etienne.
Altri invece aspirano alla conoscenza, come Christian, chi vuole trovare una cura per la propria malattia (Remy), chi vuole allontanarsi dal villaggio e altri ancora che si uniscono al viaggio per fede o per amicizia nei confronti di Etienne. Le fila della crociata si andranno ingrossando, coinvolgendo decine di ragazzini tra gli 8 e i 14 anni, attirando così le attenzioni dei templari e della Chiesa
Il gruppo principale
La spensieratezza con cui questi bambini si mettono in viaggio è quasi spiazzante all'inizio, ma è anche da questo slancio spontaneo che si comprende l'innocenza che rappresentano: un'innocenza destinata a scontrarsi con la crudeltà del mondo vero e adulto.
La dicotomia bambini/adulti e innocenti/corrotti non è, al contrario di quanto si possa pensare, perfettamente netta e bilanciata. Anzi, avremo modo di incontrare adulti di buon cuore come Colette, che forse rappresenta il meglio dell'umanità, così come ci saranno ragazzini non perfettamente puri e ingenui come Guillame. La differenza principale sta nel fatto che i ragazzini, anche quando agiscono in mala fede, lo fanno perchè spinti da bisogni e motivazioni infantili e, a modo loro, innocenti. [SPOILER] Come nel caso di Michael che agisce in un certo modo per ottenere l'affetto di un padre degenere, o Christian che pur essendo il più intelligente si illude, proprio come farebbe un bambino, di poter cambiare il proprio corpo come per magia, basandosi su testi dalla dubbia veridicità [FINE SPOILER].


 
Vi è però un personaggio che, in contrasto con l'innocenza dei bambini, rappresenta tutto il peggio del genere umano: l'opportunismo, la sfrenatezza e la totale mancanza di coscienza, anche quando si trova a dover trattare con dei ragazzini che, oltretutto, si rivelano la sua preda prediletta e non ha alcun rimorso per farli a pezzi, fisicamente e psicologicamente, per soddisfare la propria cupidigia e la propria lussuria.
Da un punto di vista storico, Furuya offre una sorta di diorama della società medievale, in cui ogni personaggio rappresenta un gruppo sociale (i poveri, il clero, i cavalieri, gli eretici...) o incarna una minoranza discriminata dalla massa (i banditi, gli omosessuali, le prostitute, i lebbrosi, i gemelli e così via...).


Se l'incipit de La Crociata può smbrare quasi fiabesco e scanzonato, man mano che ci si addentrerà nella storia l'atmosfera diventerà sempre più cupa e spietata. Furuya non è un tipo che si fa tanti scrupoli, anche se in questo titolo non è troppo morboso. Certo, non siamo ai livelli di splatter di un Litchi Hikari Club, ma ci sono scene molto forti, soprattutto considerando che sono coinvolti dei ragazzini, disegnati anche con dei corpi molto esili e fragili: veri e propri bambini, insomma.
A proposito di Litchi Hikari Club (di cui ho recuperato solo il volume unico al momento), ritorna il concept caro all'autore di una storia basata su un gruppo di persone che si avviano verso l'autodistruzione per cause sia interne che esterne. In entrambi i gruppi ci sono dei personaggi che incarnano vari aspetti dell'umanità, quasi tutti positivi nel gruppo di bambini della Crociata, del tutto negativi e disturbandi in Litchi. Altra differenza importante è che al termine di questa breve serie (3 volumi in patria) viene dato uno spiraglio di speranza al lettore che si differenzia dalla conclusione cupa e granguignolesca di Litchi.
La Crociata potrebbe essere considerata quindi una specie di cuginetta di Litchi, anche se molto più semplice nel suo linguaggio.

Furuya in questa serie fa un uso chiaro e intelligente dell'immaginario cristiano, risultando chiarissimo penso per qualsiasi lettore. Il tema della fede è, ovviamente, importante. La fede positiva è quella vissuta nella sincerità e nella consapevolezza, una fede mai gridata o scagliata contro chi la pensa diversamente. I bambini stessi sono vittime di indottrinamenti zoppicanti che li portano a non comprendere davvero quello in cui credono, a prendere per buono ciò che gli viene inculcato dagli adulti e a scagliarsi per partito preso contro chi la pensa diversamente, per poi rendersi conto degli errori. Dunque nel loro caso non si tratta di una mancanza personale, ma di una mancanza sociale (tenendo presente la loro giovane età).
 Coloro che si proclamano baluardi della fede, invece, non riescono a riconoscere l'effettivo operato del divino, pur avendolo davanti agli occhi, e non fanno altro che sfruttare il nome del loro Dio per soddisfare i propri bisogni più bassi.
Nonostante si parli di Terra Santa, lo scontro religioso non si verifica tanto tra cristiani e "infedeli" musulmani, quanto tra gruppi di cristiani.

Per quanto riguarda l'aspetto puramente narrativo, ho apprezzato sia la storia che la caratterizzazione dei personaggi. Quest'ultima, essendo una miniserie con tanti personaggi, è riuscita a fare molto e comunque la bidimensionalità di molti personaggi è ben gestita nel contesto ed è funzionale al concetto di base dell'opera. L'unico elemento che mi ha fatto storcere il naso è stato un elemento "sovrannaturale" di troppo (i due gemelli del gruppo riescono a comunicare telepaticamente) abbastanza gratuito. Il sovrannaturale (di stampo religioso) potrebbe far storcere il naso a molti lettori, soprattutto se atei, ma io l'ho trovato sensato e credibile all'interno della cornice della storia. Ha dato un sapore quasi mistico ad un mondo rappresentato fino a quel momento nelle sue bassezze e crudeltà. Divagando un attimo, sinceramente non concepisco quei lettori atei che bocciano un'opera solo perchè si parla di fede o viene dato per buono che esista una divinità qualsiasi. Basta prenderlo per fantasy come qualsiasi altra storia e non c'è bisogno di indignarsi tanto (mi è capitato di leggere commenti negativi di romanzi e manga solo perchè "sono ateo e questo libro in cui si parla di fede e/o in cui i personaggi sono credenti e/o Dio esiste ha ferito il mio duro cuore da non credente incallito" (e lo dico da persona con una identità religiosa non ben definita!).
Lasciando da parte la questione della religiosità, comunque capisco che questa svolta possa non convincere tutti. Ad un certo punto però avrei ritenuto impossibile tornare indietro, dopo certe rivelazioni, a quando era tutta una messa in scena (e la faccenda dell'ipnosi era troppo ridicola per poterla prendere per spiegazione definitiva, anche più difficile da mandar giù dei miracoli effettivi!).
Motivo per cui mi sembra giusto segnalare che a me questa serie è piaciuta molto, ma mi rendo conto che molto probabilmente non sarà apprezzata da altri in egual misura, considerando anche che a conti fatti forse non è neanche tra le opere migliori dell'autore, se proprio vogliamo essere fiscali.
Il caso di occhio alieno più estremo xD
Forse non è l'opera migliore di Furuya neanche sotto l'aspetto grafico, che pur essendo sempre di altissimo livello, appare (ma non è) più spartano del solito. Io da questo punto di vista l'ho amata tantissimo, ma ad un primo sguardo può lasciare perplessi.
Gli occhi sono molto (troppo!) più grandi se paragonati allo stile a cui siamo abituati e ciò conferisce un aspetto quasi alieno ad alcuni personaggi. L'effetto è chiaramente voluto e a volte aggiunge un tocco di inquietudine, ma mi rendo conto che ad una prima sfogliata del manga può far pensare che sia una sproporzione gratuita e che il disegno sia quindi "brutto". Anche i corpi sono più esili del solito e questa fragilità è in netto contrasto con la fisicità di altri personaggi, come Hugo, nelle cui mani i ragazzini sembrano niente più che degli esserini fragili, quasi dei rametti. [1]
Per il resto, la composizione delle tavole e le illustrazioni a tutta pagina e a inizio capitolo sono qualcosa di elegantissimo e accattivante, degne della fama dell'autore insomma. Sembrano delle vetrate.

Per concludere: Consiglio la Crociata degli Innocenti a chi sta cercando una serie di ambientazione storica che, però, non dia l'impressione di stare leggendo un manuale (il contesto si evince giusto da qualche breve didascalia e dai dialoghi, dimostrando che Furuya se l'è cavata molto bene senza ricorrere a noiosi papelli esplicativi). Se vi piacciono le storia basate sull'analisi delle dinamiche di un piccolo gruppo umano, penso possa essere una buona lettura. La sconsiglierei invece a chi non sopporta un certo tipo di scene di violenza, non tanto per le scene in sè quanto per i personaggi coinvolti e se non siete in vena di storia tragiche, questo titolo non è di certo una passeggiata di salute. (Se avete qualche dubbio sui vostri limiti di sopportazione potete chiedere per ulteriori dettagli spoiler ^_-). Lettore avvisato...! Se siete fans di Furuya, leggetela e basta perchè se avete retto a Litchi Hikari Club questo sarà uno scherzo! :P

Il manga è reperibile in italiano grazie alla Goen che, però, ha suddiviso i 3 volumi originali in due, arrivando dunque a 6 al prezzo di 4,95. 

[1] Piccola curiosità:
In un'intervista rilasciata al Lucca Comics (che potete trovare QUI) il sensei ha detto di aver preso ispirazione per questo stile di disegno da un tipo particolare di bambole, così da dare ai suoi personaggi l'aspetto di una marionetta, mettendo su una sorta di teatrino personale. Dopo questa affermazione mi è subito venuto in mente un tipo di bambola creato da Ambra, una ragazza che ho conosciuto tramite il gruppo FB dedicato ad Anne Rice. La bambola in questione è questa qui: 




(Per altre foto potete dare un'occhiata alla sua galleria su Flickr QUI!)
Così ho chiesto ad Ambra di darmi qualche delucidazione su questo mondo, per capire quale fosse il modello di riferimento più papabile per lo stile grafico de La Crociata!
Il modello di questo Lestat è del modello SOOM Gluino, ma anche quelle Dollfie Dreams sono piuttosto somiglianti e hanno dei corpi più "infantili", quindi fose si avvicinano ancora di più alla corporatura dei 13 protagonisti. Poi penso ci siano tantissime variazioni a seconda di come si sceglie di assemblare il corpo e "truccare" il viso. ^^
Ovviamente su carta il personaggio deve muoversi e ha una sua espressività, ma secondo me in linea di massica ci ho preso! Voi che ne pensate?
(Grazie ancora ad Ambra per avermi dato qualche dritta su questo mondo a me del tutto sconosciuto! ^_^)

10 commenti:

  1. Questo manga l'ho un po' snobbato, non mi ispirava molto.. magari potrei dargli una possibilità.. :p

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    1. in effetti ho letto pareri abbastanza freddini, ma a me è piaciuto molto come si può intuire! XD Una chance la merita ^^

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  2. Che bella recensione *_*

    Come ben sai dopo averla letta, ho deciso di recuperare la serie^^ Peccato sia bella che esaurita.
    Non mi piace solo il fatto che Goen abbia deciso di "spezzarla" ma qui Furuya non c'entra proprio nulla XD

    In ogni caso appena recupero i restanti 5 volumetti (il primo mi è arrivato) ti faro' sapere^^.

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    1. Grazie mille! <3

      Aspetto tuoi commenti allora!

      Sì questa scelta non mi è piaciuta per niente, troppo "vecchia scuola". Avrei preferito tre volumi un po' più costosi invece di 6 più economici :/

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  3. Ottima recensione, davvero! Potrei dire che mi è piaciuta più la tua recensione che non la serie XD!
    La Crociata degli Innocenti non mi ha convinto più di tanto: personalmente sono anche piuttosto predisposta per le tematiche scomode e addirittura per il truculento, ma stavolta sono rimasta piuttosto insoddisfatta...
    Stesso discorso per la parte grafica: certe tavole sono davvero molto efficaci, ma in generali Furuya mi è sembrato piuttosto sono tono in questa serie.
    Baci e a presto.

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    1. Grazie mille! <3

      Sì so che a molti non ha convinto tanto questa serie e mi rendo conto dei vari motivi, soprattutto se paragonata ad altri titoli dello stesso autore in cui ha sfruttato stili leggermente diversi (tipo Litchi o Picasso). L'unica cosa che io proprio eliminerei è la faccenda della telepatia dei gemelli, perché mi è parso che stonasse con tutto il resto...

      A presto! *3*

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  4. Alla fine, incuriosita dai tuoi commenti su questa serie, ho recuperato l'unico volume che mi mancava per leggerla tutta d'un fiato.
    Qui troviamo un Furuya meno forte rispetto ad altre sue opere ma il fatto che i protagonisti siano così giovani, ogni cosa viene amplificata.
    Il disegno, come hai sottolineato, tende ad enfatizzare occhi enormi e corpi esili. Ammetto che questi personaggi sono spesso un po' impressionati con questi occhi a fanale, labbra rosso sangue e gli arti simili a grissini.
    Il fatto che l'autore abbia inserito in così pochi volumi così tanti casi umani e il rapido precipitare degli eventi negli ultimissimi albi non mi ha molto convinta come nemmeno la forzata spiegazione finale con tanto di ipnosi!!!
    Avrei preferito che si fosse lasciato un alone di mistero e di sacralità piuttosto che un voler dare una spiegazione razionale a quasi tutto.
    Ci sono poi personaggi un po' troppo scaltri per la loro età come ad esempio...[SPOILER]
    -
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    Christian con tutti i suoi studi e che subito comprende le macchinazioni del templare con i falsi miracoli.
    E Nicolas che, all'inizio, sembrava così puro e innocente e poi si scopre aver complottato alle spalle di Etienne per un puro desiderio personale.
    Per quanto riguarda i due gemelli e la loro comunicazione telepatica, qui Furuya ha giocato di stereotipi. A volte pareva non ci fosse campo! XD
    Sicuramente il legame tra gemelli è molto forte e può capitare a volte di sentire ciò che prova o pensa l'altro (esperienza personale XD) pur essendo distanti ma non è stato questo ad infastidirmi quanto, piuttosto, il voler distinguere i due in quello dalla parte dei buoni e quello dalla parte dei "cattivi".
    Se questi due personaggi erano davvero così legati come Furuya lascia intendere, sarebbe bastato uno sguardo tra loro per capire che c'era qualcosa che non andava e "la mancanza di segnale" sarebbe dovuta manifestarsi prima XD
    Insomma una lettura a tratti cruda ma con delle pecche qua e là.

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    1. Sono contenta che la mia recensione ti abbia spinta al recupero definitivo! ^_^

      Anche a me in genere non convince l'eccessivo accumulo di casi umani, ma penso che in questo caso fosse voluto, come se fossero delle maschere da teatrino più che personaggi a tutto tondo. Penso che la Crociata sia una serie molto "didascalica" quindi mi sta bene che non ci siano grossi approfondimenti psicologici (anche se da questo punto di vista non è proprio all'asciutto, diciamo il minimo indispensabile...). Una specie di parabola forse...

      [SPOILER]
      Io la storia dell'ipnosi non l'ho percepita come una spiegazione definitiva, ma come una delle possibili spiegazioni dell'evento scatenante della trasformazione di Etienne. Lui comunque aveva già dei "poteri" prima dell'ipnosi (anche se blandi) e non mi sembra che diano spiegazioni razionali agli effetti del suo pellegrinaggio in solitaria dopo essere stato catturato (correggimi se sbaglio perché magari mi ricordo male). La faccenda dell'ipnosi mi ha fatta ridacchiare e temevo volesse davvero dare solo quella come spiegazione, ma non era davvero convincente e alla fine il dubbio mi è rimasto. Magari Etienne avrebbe visto Dio anche senza ipnosi, prima o poi. O comunque l'azione umana ha dato il LA e poi dio ci ha messo il suo a che c'era xD

      La questione dei gemelli non è piaciuta molto neanche a me! :/ Più che la loro separazione, la faccenda della telepatia era un po' troppo stramba, anche se è stata affrontata un po' come tutto il resto, con mezzi molto semplici e lineari, da "maschera del teatrino" solo che in questo caso è risultata di troppo.
      Che Christian ne sapesse un po' troppo è anche vero, però per me rientra sempre nella volontà di voler rappresentare più burattini/maschere che persone.
      Nell'intervista a cui ho accennato, lo stesso Furuya diceva di voler creare "il suo teatrino", quindi non mi ha dato troppo fastidio neanche nel caso di questo personaggio. Però capisco anche perché possa non convincere. ^^

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    2. Sì, che la questione dei "casi umani" fosse una precisa scelta dell'autore è una sua vera e propria dichiarazione.
      Ma che questa scelta piaccia o meno è questione di gusti. A me personalmente sa di troppo forzato.
      Forse in una serie di più volumi si sarebbe avvertita meno ma, seppur i fanciulli che seguono Etienne alla fine raggiungano un numero considerevole, l'attenzione è sempre rivolta al solito gruppetto sparuto di personaggi quindi si sente troppo, a mio avviso.
      "51 modi per salvarla" ad esempio, è più una sorta di guida di ciò che potrebbe accadere in caso di catastrofe a Tokyo e lì sì che l'autore si serve della storia solo come collante per mostrare diverse disgrazie che sembrano esagerate tutte insieme.
      Qui, invece, si parte con l'idea che la storia possa funzionare benissimo senza per forza cercare di raggruppare in una manciata di personaggi tutti questi casi umani.
      Per quanto riguarda lo spoiler, pur trattandosi di una spiegazione parziale, avrei preferito che non ci fosse stata affatto.
      Il mistero sul personaggio di Etienne e di quanto non tutti i suoi "miracoli" fossero opera di Hugo si evince anche senza l'espediente dell'ipnosi.
      Alla fine l'unico motivo della trovata dell'ipnosi mi è parso piuttosto un modo per dare altre sfaccettature di Christian ma soprattutto Nicolas ma la trovo una mossa non necessaria.

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    3. Sì sono d'accordo :) sarà che io me lo aspettavo fin dall'inizio che i personaggi sarebbero stati così, quindi non mi ha "stupita" più di tanto, ma capisco che intendi^^

      SPOILER
      Sì anche secondo me la questione dell'ipnosi è stata superflua e avrei preferito non ci fosse stata eh! E ci sarei rimasta malissimo se fosse stato dato per certo che era quella la causa della trasformazione di Etienne.
      Anche perchè davvero troppo poco probabile XD

      Ho notato che Furuya ha questo vizio di aggiungere ogni tanto dei colpi di scena superflui. Ho finito di leggere da pochissimo Marie no Kanederu Ongaku (La musica di Marie) e anche lì sul finale si è giocato un colpo di scena abbastanza risparmiabile (almeno secondo me).

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