Con Keiko Ichiguchi ho sempre avuto un rapporto altalenante: pur non essendo tra le mie autrici preferite, tendo sempre a darle l'occasione di stupirmi. Per questo ho deciso di recuperare in cartaceo questo suo volume unico, 1945, ritenuto da molti (e a ragione) uno dei suoi lavori migliori.
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La cover mi piace molto!
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Lo spunto è di sicuro impatto, visto che la Ichiguchi si è ispirata alla vicenda della Rosa Bianca, un gruppo di studenti tedeschi che tra il 1942 e il 1943 si oppose in modo non violento al regime nazista. Tutti i membri del gruppo furono arrestati, processati e condannati a morte.
Una storia così forte non può lasciare indifferenti! Ricordo che mi colpì molto uno spettacolo teatrale che ci fecero vedere a scuola e che metteva in scena proprio questa vicenda.
Purtroppo la Ichiguchi, come suo solito, non riesce a raggiungere un livello di coinvolgimento particolarmente alto (almeno per quanto mi riguarda), vuoi per il suo stile molto "scolastico", vuoi per la brevità dell'opera che, a mio avviso, avrebbe dovuto essere sviluppata su molte più pagine, anche per permettere al lettore di affezionarsi ai personaggi.
I protagonisti della storia sono 3 (sebbene sul retro copertina ne compaiano altri che, in realtà, si vedono davvero in pochissime scene). La prima è Elen, una ragazza tedesca nella media, che cerca di distaccarsi dalla mentalità imperante pur senza dare nell'occhio.
Il personaggio forse più eroico è quello di Maximillian, fratello di Elen, molto più deciso nella sua avversione al partito (è lui a dare il via al volantinaggio di protesta).
Il terzo ragazzo, il più complesso e ambiguo di tutti, è Alex. Elen lo incontrò in tempo di pace, quando erano ancora ragazzini, e da una bugia gentile di Alex nacque un sentimento di tenerezza. I due però si incontreranno di nuovo solo dopo diversi anni e Elen scoprirà che Alex si è arruolato e nutre un profondo odio verso gli ebrei, che reputa responsabili della morte dei suoi genitori.